Alzheimer, nuove cure in arrivo: saranno disponibili entro 3-5 anni

10 Gennaio 2024
alzheimer - nuove cure

Nei prossimi tre-cinque anni saranno disponibili nuove terapie per le persone affette da Alzheimer: lo ha reso noto il presidente di Farmindustria Marcello Cattani nel suo intervento nel corso di un evento dedicato a questa patologia.

 

Entro il 2050 in Europa saranno 18,8 milioni le persone affette da Alzheimer. In Italia oltre 1 milione le persone con diagnosi di demenza ogni anno e 650.000 con diagnosi di Alzheimer.

“L’industria farmaceutica non si è arresa e anche se ci sono stati fallimenti, la ricerca è andata avanti: 256 trial clinici attivi, di cui circa l’80% nelle prime fasi di sperimentazione ma in tre/cinque anni saranno disponibili nuove terapie, ha affermato ancora il presidente di Farmindustria Marcello Cattani, intervenendo all’evento “Uniti contro l’Alzheimer”.

“Oggi sono allo studio molte opzioni terapeutiche promettenti in grado di modificare il decorso della malattia – ha spiegato Cattani – dagli anticorpi monoclonali, alle terapie avanzate, ai vaccini. Ma il successo di qualsiasi terapia dipenderà soprattutto dalla capacità di individuare i pazienti nelle fasi iniziali della malattia. Sinergia tra tutti gli attori coinvolti, delineata nel Piano Nazionale Demenze, diagnosi precoce, accesso tempestivo all’innovazione quale chiave per la sostenibilità del nostro Sistema Sanitario Nazione e del sistema sociale in genere: sono fattori indispensabili per affrontare e rendere sostenibile un’emergenza sempre più pressante”.

“Occorre fare squadra nella lotta contro L’Alzheimer per affrontare insieme le azioni future per questa sfida sociale, economica e sanitaria e per attirare sempre più investimenti in Ricerca farmaceutica e innovazione”, ha concluso il presidente di Farmindustria.

La malattia di Alzheimer è una patologia neurodegenerativa a decorso cronico e progressivo. È la causa più comune di demenza nella popolazione anziana dei Paesi sviluppati: attualmente si stima ne sia colpita circa il 5% della popolazione al di sopra dei 65 anni e circa il 20% degli ultra 85enni, anche se in diversi casi può manifestarsi anche un esordio precoce intorno ai 50 anni di vita.

 

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