Ambiente, la “coda lunga” delle microplastiche

2 Aprile 2021
microplastiche

Pubblicato su Nature Communications Biology, uno studio firmato da ricercatori italiani dimostra i molteplici effetti negativi a livello molecolare, fisiologico, ecologico ed epidemiologico delle microplastiche presenti nei mari

 

Uno studio svolto da ricercatori italiani e pubblicato sulla prestigiosa rivista di Nature, Communications Biology, ha dimostrato che gli effetti delle plastiche, e in particolare delle microplastiche, sugli organismi marini possono essere molto più importanti e insidiosi di quanto precedentemente immaginato.

 

Lo studio, dal titolo “Multiple impacts of microplastics can threaten marine habitat-forming species” è stato firmato da Cinzia Corinaldesi, Sara Canensi, Antonio Dell’Anno, Michael Tangherlini, Iole Di Capua, Stefano Varrella, Trevor J. Willis, Carlo Cerrano e Roberto Danovaro.

Le microplastiche ingerite dal plancton o direttamente dagli organismi dei fondali marini vengono ulteriormente accumulate dai predatori determinando molteplici effetti negativi a livello molecolare, fisiologico, ecologico ed epidemiologico. Infatti, le plastiche creano micro-escoriazioni sui tessuti degli organismi marini esponendoli a infezioni di batteri patogeni. Inoltre, l’ingestione di microplastiche da parte degli organismi marini riduce la capacità degli organismi di alimentarsi e altera l’espressione di geni che controllano la risposta agli stress.

Con questo studio – dichiara Cinzia Corinaldesi, docente di Ecologia Marina Applicata presso l’Università Politecnica delle Marche, che ha coordinato la ricerca – abbiamo dimostrato che l’effetto delle microplastiche potrebbe aggravarsi nei livelli trofici superiori ovvero negli organismi predatori che accumulano le microplastiche ingerite dalle loro prede e questo può avere risvolti importanti anche per la salute dell’uomo poiché tendiamo a cibarci soprattutto di predatori”.

Questi risultati – aggiunge Roberto Danovaro, uno degli autori della ricerca e presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn – Istituto Nazionale di Biologia Ecologia e Biotecnologie Marinesono abbastanza allarmanti perché la concentrazione delle micro plastiche aumenterà di 4 volte da qui al 2050, nonostante tutti i nostri sforzi per ridurre l’uso della plastica monouso e questo metterà a rischio un’importante porzione della diversità marina, inclusi gli ingegneri ecosistemici e gli organismi di maggior interesse commerciale come i grandi predatori e il Corallo rosso”.

 

Scheda azienda

© Riproduzione riservata

ARTICOLI CORRELATI

microbioma suolo ENEA

Agricoltura: studiare l’impatto del cambiamento climatico del suolo grazie all'intelligenza artificiale

La ricerca sul microbioma del suolo, condotta da ENEA e dall'Università di Bari, apre nuove prospettive per la gestione sostenibile...

ecomondo

Ecomondo 2024: Nuovi orizzonti per le bioplastiche nell'industria sostenibile

Dal 5 all'8 novembre 2024, la Fiera di Rimini ospiterà la 27ª edizione di Ecomondo. L'evento organizzato da Italian Exhibition...

ceneri vulcaniche

Ceneri vulcaniche, da rifiuto a risorsa per depurare le acque

Uno studio di due ricercatrici dell'Università di Catania prevede l'uso di materiali filtranti innovativi, tra cui i depositi piroclastici dell’Etna,...

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano in data 07.02.2017 al n. 60 Editrice Industriale è associata a:
Anes
Assolombarda

LabWorld

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano in data 07.02.2017 al n. 59

Se vuoi diventare nostro inserzionista, dai un’occhiata ai nostri servizi.
Scarica il mediakit per maggiori dettagli in merito.

La nostra certificazione CSST WebAuditing

Editrice Industriale è associata a:Anes  Assolombarda