Successo per il “Milano Life Science Forum”, l’evento dedicato alle Scienze della Vita promosso da Assolombarda, giunto alla sua sesta edizione. All’iniziativa hanno partecipato i professionisti del settore, gli stakeholder e gli operatori sanitari della Lombardia.
Anche nel 2023 il “Milano Life Science Forum” ha fatto da “amplificatore” alle istanze di un comparto che, solo in Lombardia, vale il 13% del PIL in termini di valore aggiunto, grazie all’impegno di circa 1.900 imprese e organizzazioni sanitarie dall’elevato potenziale innovativo.
Il “Milano Life Science Forum”, ancora una volta, ha riunito allo stesso tavolo imprese, istituzioni e università con l’obiettivo di consolidare un percorso comune teso a sostenere il Servizio Sociosanitario Regionale attraverso la collaborazione pubblico-privato, che parte dalla filiera delle Scienze della Vita.
All’incontro hanno preso parte il presidente Alessandro Spada, il vicepresidente con delega alle Life Sciences, Sergio Dompé, lo special advisor Life Sciences di Confindustria, Gianfelice Rocca, il presidente del Cluster lombardo Scienze della Vita, Gabriele Pelissero e l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso.
L’appuntamento, quest’anno, parte dal nuovo Patto pubblico-privato per le Life Sciences in Lombardia. Una intesa sancita nei mesi scorsi dalla Regione e dalle imprese lombarde (rappresentate da Assolombarda e Confindustria Lombardia) per sostenere il SSR lombardo nello sviluppo di un percorso di evoluzione costante, a favore del cittadino. Un progetto pluriennale che intende favorire un percorso di crescita e innovazione comune, che leghi il Sistema della Salute alla filiera Life Science, cuore dell’innovazione e asset strategico per garantire elevati standard di cura e nuove risposte efficaci ai bisogni sanitari e sociosanitari attuali e futuri. Due ecosistemi che, insieme, possono guidare e promuovere il benessere sanitario, sociale ed economico del Paese.
“La Lombardia vanta una filiera life sciences estremamente sviluppata e competitiva sia a livello nazionale che internazionale. E Milano è il cuore pulsante della filiera life sciences lombarda – ha dichiarato Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda -. Se guardiamo ai numeri, genera un valore della produzione di oltre 74 miliardi di euro, un valore aggiunto di quasi 27 miliardi di euro e occupa più di 340mila addetti. Un’eccellenza industriale che va tutelata. In questa direzione, è fondamentale far passare, a livello europeo, il principio per cui gli investimenti nella sanità, settore strategico, non siano sottoposti al Patto di Stabilità. In caso contrario, significa limitare la capacità della filiera di generare crescita, benessere, coesione sociale, ricerca, innovazione, tech transfer e nuova industria per il territorio, per il Paese e anche per l’Europa. Una capacità che rischia di essere compromessa anche dalla recente proposta della Commissione Europea sulla revisione della legislazione farmaceutica continentale. Infatti, se venisse approvata, vorrebbe dire indebolire la proprietà intellettuale con conseguenze negative sia sull’attrazione di imprese e grandi centri di ricerca, sia sul servizio ai cittadini. Un danno alla nostra leadership nella ricerca per la vita”.
L’iniziativa è stata l’occasione per illustrare i risultati della ricerca “Sostenibilità e resilienza del sistema sanitario lombardo”. Una indagine realizzata dall’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (ALTEMS), con il supporto di Assolombarda e di Regione Lombardia. Lo studio – curato da Americo Cicchetti (già direttore di ALTEMS) e da Emmanouil Tsiasiotis (research project manager and scientific coordinator ALTEMS) – ha messo in luce una serie di evidenze legate al Servizio Sociosanitario Regionale. L’obiettivo dello studio, che ha preso in esame diversi indicatori, è quello di tracciare lo scenario attuale e gettare le basi per una strategia comune per la Salute e le Scienze della Vita, a partire da raccomandazioni chiave per innovare e crescere.
“Le Life Science rappresentano una filiera virtuosa e fondamentale per la crescita del nostro Paese e della Lombardia – ha aggiunto il vicepresidente con delega alle Life Sciences, Sergio Dompé -. In questi anni abbiamo potuto valutare concretamente l’impatto sociale ed economico della salute sui sistemi economici e di welfare. Investire in salute, a partire dalla ricerca, garantisce salute, produttività e benessere, grazie all’identificazione di approcci innovativi e nuovi modelli di cura, sempre più precisi e personalizzati. Il Sistema Sociosanitario Lombardo, come dimostrano le analisi ALTEMS, si dimostra vincente nel garantire salute ai propri cittadini. Il merito va anche al modello lombardo, basato sulla sinergia pubblico-privato, confermata quest’anno da un nuovo Patto per le Science della Vita, siglato con Regione Lombardia. Un’alleanza fondata sulle evidenze e sulla volontà di analizzare lo scenario attuale per costruire un percorso di visione, fatto di azioni e politiche in grado di sostenere un percorso di crescita comune, dalla Salute alle Scienze della Vita. Dobbiamo impegnarci, come ecosistema, per continuare a offrire standard elevati ai nostri cittadini e per farlo dobbiamo misurare le nostre performance e identificare le aree su cui lavorare per generare ulteriore valore, con particolare riferimento alla ricerca, asset strategico per la salute futura e cuore delle scienze della vita. Dobbiamo competere per catturare valore e investimenti a livello globale, investire per attrarre saperi e competenze, fare sistema per rendere la Lombardia il primo Hub europeo per l’innovazione nelle Scienze della Vita”.
Il rapporto ha certificato la buona stabilità della governance delle organizzazioni sanitarie pubbliche della regione (ATS e ASST) e, con essa, anche l’efficienza economico-finanziaria del sistema nel suo complesso. Non a caso, la Lombardia risulta, oggi, tra le regioni più performanti in tema di erogazione di servizi sanitari. Una circostanza che ha permesso la crescita della filiera delle Life Sciences pure in piena pandemia (+12% valore della produzione tra 2018 e 2021). Merito anche del contributo offerto dagli erogatori privati, che hanno incrementato la capacità e la qualità dei servizi offerti al cittadino: dalla prevenzione alla specialistica ambulatoriale, dall’assistenza per acuti fino alla ricerca, il rapporto attribuisce alla Lombardia trend superiori alla media nazionale. La popolazione della regione, in base ai dati offerti dalla ricerca, risulta come una delle più longeve e sane a livello nazionale, con livelli di aspettativa di vita in buona salute in aumento.
“La Lombardia, in tema di sanità, rappresenta un modello virtuoso a livello nazionale – ha commentato l’assessore al Welfare, Guido Bertolaso -. Certamente c’è tanto da fare e da rivedere per migliorare ancora le performance e, in quest’ottica, siamo impegnati insieme, pubblico e privato, per cogliere le sfide dei prossimi decenni. Stiamo lavorando tanto in termini di prevenzione ma non solo. Abbiamo redatto il Piano sociosanitario regionale lombardo 2023-2027, che ci permette adesso di disporre di una proiezione fino al 2050 per programmare le azioni necessarie per guidare il cambiamento e individuare gli ambiti di intervento. Penso, per esempio, alla tecnologia e, in particolare, alla telemedicina che consentirà a tutti gli attori impegnati a garantire la salute dei cittadini di parlarsi e di interagire in contemporanea”.
La bontà dell’asse pubblico-privato si riflette anche sulla ricerca. In Lombardia, infatti, si concentrano 19 IRCCS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) su 53 di quelli riconosciuti a livello nazionale; centri che, grazie pure alla collaborazione con università e imprese, contribuiscono a innovare la filiera e a garantire un’ampia concentrazione di studi scientifici, clinici e brevetti. Ma non solo: in Lombardia sorge Human Technopole, il primo centro nazionale per la ricerca targata Life Sciences; inoltre, il 40% delle più grandi imprese del territorio presenta un hub di ricerca, contribuendo ad attrarre qui un terzo degli investimenti nazionali in ricerca e sviluppo dei settori pharma e medtech, per un totale di 900 milioni di euro. Parliamo di un territorio strategico che incide sulla capacità del Paese nell’arena competitiva globale: entro il 2028, a livello mondo, saranno più di 337 miliardi di dollari quelli investiti in R&S dal settore farmaceutico e dei dispositivi medici.
La realizzazione dell’indagine è stata anche l’occasione per fornire una serie di raccomandazioni, promosse dagli autori della ricerca con l’obiettivo di facilitare la formazione di una vision capace di sviluppare ulteriormente il comparto delle Life Sciences e, insieme ad esso, il servizio sanitario reginale. La ricerca ha messo in luce la necessità di individuare un nuovo “cruscotto” di indicatori (KPI) per misurare il livello di raggiungimento degli obiettivi della programmazione sanitaria, con riferimento agli attori pubblici e privati. Ha, inoltre, evidenziato la centralità della misurazione delle performance del sistema con l’obiettivo di attuare politiche capaci di garantire una ancora più efficiente allocazione degli investimenti: una condizione necessaria in un contesto in cui il rapporto spesa sanitaria pubblica-PIL si attesta al 6,7% in Italia, contro una media UE stimata attorno all’8% (dati 2022).
Lo studio ha evidenziato anche l’importanza di confronto tra tutti gli erogatori lombardi sugli esiti assistenziali. Tra le indicazioni fornite dalla ricerca, il potenziamento dei servizi sanitari per offrire elevati standard di cura, con particolare riferimento a quelle patologie per le quali il fattore tempo è cruciale per la prognosi. Sul tema dell’innovazione, l’indagine propone di sviluppare modelli di remunerazione basati sul valore della tecnologia (valued-based payment). Il rafforzamento della relazione tra imprese ed enti pubblici resta, infine, il modello individuato per incentivare anche la ricerca: la creazione di una cabina di regia per gli studi in ambito Life Science può costituire, secondo l’indagine, una possibile strada per sostenere il sistema sanitario regionale.
“Il nostro Servizio Sanitario Nazionale è un reale ecosistema il cui equilibrio si raggiunge e si mantiene solo se le sue componenti pubbliche e private, istituzionali e industriali, agiscono in modo sinergico – ha concluso il Direttore generale della programmazione sanitaria del Ministero della Salute, Americo Cicchetti -. Per questo, la chiarezza dello scenario regolatorio e l’esistenza di incentivi che stimolano la traslazione della ricerca in campo biomedico in innovazioni di valore da portare rapidamente al letto del paziente, sono gli ingredienti essenziali per la resilienza e la sostenibilità dell’SSN. La ricerca di questo equilibrio ha caratterizzato e caratterizza la Regione Lombardia che, da questo punto di vista, non può che essere considerata un laboratorio ‘vivente’ per l’Italia e per l’Europa”.