Batteri del genere Vibrio nei frutti di mare: aumentano i rischi a causa dei cambiamenti climatici e della resistenza agli antimicrobici

26 Luglio 2024
Vibrio valutazione EFSA

Gli scienziati dell’EFSA hanno effettuato una valutazione degli aspetti di salute pubblica relativa ai vibrioni connessi al consumo di frutti di mare.

 

I vibrioni sono batteri acquatici che vivono principalmente in acque marine costiere e zone salmastre (dove i fiumi si mescolano col mare) prosperando in acque temperate o calde a salinità moderata.

Possono causare gastroenteriti o infezioni gravi negli esseri umani che consumino frutti di mare o molluschi crudi o poco cotti come le ostriche. Il contatto con l’acqua contenente vibrioni può anche causare ferite e infezioni alle orecchie. Il gruppo batterico Vibrio comprende diverse specie che possono causare la vibriosi.

Nell’Unione Europea, V. parahaemolyticus può causare gastroenterite in individui sani, mentre V. vulnificus e V. cholerae non-O1/non-O139 possono portare a infezioni gravi, sepsi e decesso in individui vulnerabili. La presenza di batteri del genere Vibrio (vibrioni) nei frutti di mare è destinata ad aumentare in Europa e nel mondo a causa dei cambiamenti climatici, soprattutto in acque a bassa salinità o salmastre, afferma una recente valutazione EFSA. Inoltre in alcune specie di vibrioni si riscontra sempre più spesso una resistenza agli antibiotici di ultima istanza.

Gli scienziati dell’EFSA hanno effettuato una valutazione degli aspetti di salute pubblica relativa ai vibrioni connessi al consumo di frutti di mare. In una precedente relazione (CLEFSA), gli esperti dell’EFSA avevano analizzato i possibili effetti dei cambiamento climatici su un ampio spettro di questioni di sicurezza alimentare, tra cui i batteri Vibrio nei frutti di mare.

A causa dell’aumento di eventi climatici estremi, come le ondate di calore, negli ultimi 20 anni l’Europa ha registrato un aumento delle infezioni da Vibrio. Acque costiere più calde hanno dilatato le aree in cui i batteri Vibrio possono moltiplicarsi, con conseguente aumento del rischio di infezioni legate al consumo di frutti di mare contaminati. Le regioni particolarmente a rischio sono quelle con acque salmastre o a bassa salinità (ad esempio il Mar Baltico, le acque di transizione tra il Baltico e il Mare del Nord, e il Mar Nero) e le aree costiere con grossi apporti fluviali. Nella recente valutazione dell’EFSA gli esperti hanno previsto che la presenza e i tenori di Vibrio nei frutti di mare aumenteranno a livello mondiale e in Europa, soprattutto nelle acque a bassa salinità e salmastre, per effetto di cambiamenti climatici come il riscaldamento delle aree costiere e di eventi meteorologici estremi come le ondate di calore.

Per prevenire e controllare la presenza di vibrioni nei frutti di mare, è fondamentale mantenere la catena del freddo durante la lavorazione, il trasporto e la conservazione, in particolare per i frutti di mare destinati a essere consumati crudi. Le misure possibili per ridurre i vibrioni sono la lavorazione ad alta pressione, l’irradiazione e l’abbattimento seguito da una conservazione a lungo termine in congelatore. La depurazione, che consiste nel mettere i molluschi vivi in vasche con acqua di mare pulita e ricambiata per filtrare i microbi, è consigliata in condizioni controllate per il consumo di ostriche vive. Ai consumatori si raccomanda la manipolazione corretta e la cottura accurata dei frutti di mare ma anche di evitare il consumo di prodotti crudi o poco cotti, soprattutto da parte di soggetti vulnerabili.

La presenza di AMR nei batteri riscontrati nei frutti di mare e patogeni per l’uomo è preoccupante a causa del suo potenziale impatto sulla salute pubblica. L’ultima valutazione dell’EFSA evidenzia che la resistenza a diversi antimicrobici, compresi quelli di ultima istanza, è stata rilevata in studi su campionature di Vibrio spp. presente nei frutti di mare e/o su campionature di Vibrio spp. che causano infezioni di origine alimentare in Europa. Essendo scarse le evidenze disponibili, gli esperti raccomandano di condurre un’indagine per raccogliere dati confrontabili.

fonte: EFSA

 

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