L’obiettivo è la messa in opera di un sistema di sorveglianza attraverso analisi condotte su campioni ambientali e liquami della rete fognaria
Non solo Covid. La caccia ai virus – di altra natura ma potenzialmente pericolosi per la nostra salute, come tali da smascherare per tempo – è in corso ogni giorno: la prima linea è sempre la ricerca. In questo perimetro, invisibile ma tumultuoso, rientra il progetto finanziato dalla Regione per studiare la circolazione di nuovi virus patogeni.
Lo svilupperanno l’Istituto Zooprofilattico (dottoressa Lucia Decastelli) e il Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche dell’Università di Torino (dottoressa Cristina Pignata). Come? Analizzando campioni ambientali, in particolare su acque fognarie e su liquami provenienti dal settore agro-zootecnico. Questo perché le malattie virali possono essere «tracciate» tramite l’identificazione e la quantificazione di virus circolanti nel sistema idrico, con particolare attenzione ai reflui, spiega la Decastelli.
Rischio elevato
Non è uno scherzo: micro epidemie interessano costantemente anche le popolazioni occidentali, determinando patologie a diversa intensità con costi sociali molto elevati. Un dato per tutti: si stima che nel mondo le gastroenteriti causate da Norovirus, Rotavirus, Adenovirus, epatite E, epatite A siano superiori a 40 milioni anno. Altro dato: la medicina moderna è tutt’ora impotente nel trattare in modo terapeutico queste malattie.
La ricerca
Il progetto in questione, parte di un’attività finanziata dall’assessorato alla Sanità e in capo al dottor Bartolomeo Griglio, coordinatore del Ceirsa (Centro interdipartimentale di ricerca e documentazione sulla sicurezza alimentare), si sviluppa in due sottoprogetti: impiego di nuovi metodi di laboratorio per studiare la diffusione, trasmissione e caratteristiche dei ceppi di Salmonella circolanti in Piemonte, seguito dalla dottoressa Decastelli; ricorso a nuovi metodi di laboratorio per studiare la circolazione di virus enterici attraverso le acque in contesti urbani e zootecnici, coordinato dal professor Giorgio Gilli, Dipartimento di Igiene dell’Università. Obiettivo, come abbiamo premesso: messa in opera di un sistema di sorveglianza relativo alla circolazione di patogeni virali, ancora sconosciuti o sottovalutati, attraverso analisi condotte su campioni ambientali di acque reflue e liquami provenienti dalla rete fognaria.
Le analisi
In quest’ottica saranno confrontati campioni provenienti dal Torinese con quelli di un’area a maggior indirizzo agricolo-zootecnico (Cuneese) prima e dopo l’applicazione dei trattamenti di depurazione delle acque, così da valutarne la capacità di abbattimento. «Si partirà da metà luglio – aggiunge la Decastelli -, la campionatura sarà ripetuta ogni tre mesi per verificare anche l’eventuale influenza stagionale sulla presenza e concentrazione virale nei campioni e sull’efficienza dei trattamenti di depurazione». Tra sei mesi e due cicli di campionamento è previsto un primo report e la presentazione dei risultati con la pubblicazione di report su una rivista scientifica, il progetto si concluderà tra un anno per investigare l’eventuale tendenza di stagionalità.