
Le start-up stanno correndo per sviluppare caffè, cacao e olio di palma con l’agricoltura cellulare, per ridurre i danni ambientali e sociali legati alle colture e soddisfare la crescente domanda globale. Tuttavia, secondo un nuovo studio pubblicato su Nature Food, si sa ancora poco del potenziale e delle conseguenze di queste innovazioni.
Nell’ultimo anno, i prezzi del caffè e del cacao sono saliti alle stelle a causa delle condizioni meteorologiche estreme alimentate dai cambiamenti climatici, che hanno portato a una riduzione dei raccolti.
La produzione tradizionale di queste colture è inoltre afflitta dalla deforestazione e da pratiche di lavoro non etiche, tra cui il lavoro minorile. Nel frattempo, la domanda globale continua a salire.
“Ad esempio, è stato stimato che l’offerta di caffè prodotto tradizionalmente diminuirà fino al 50% entro il 2050, mentre si prevede che la domanda globale raddoppierà. Questo lascia un grande vuoto”, afferma Anne Charlotte Bunge, dottoranda presso lo Stockholm Resilience Centre e coautrice dell’articolo pubblicato sulla rivista Nature Food.
L’agricoltura cellulare potrebbe colmare il divario
In risposta, le aziende si stanno rivolgendo all’agricoltura cellulare, utilizzando tecniche come la coltivazione delle cellule e la fermentazione di precisione, simili a quelle della carne e dei latticini coltivati in laboratorio. Questi prodotti coltivati in laboratorio o fermentati con precisione sono progettati per imitare il gusto e la funzione delle loro controparti tradizionali, non per sostituirle completamente, ma per contribuire a soddisfare la crescente domanda, mentre la produzione tradizionale arranca.
I sostenitori evidenziano diversi vantaggi: minore utilizzo di terra, acqua e pesticidi, minore impatto ambientale e minore vulnerabilità ai cambiamenti climatici, il tutto evitando le questioni legate ai diritti umani.
Comprendere benefici e rischi
Tuttavia, i ricercatori del Centro sottolineano una sostanziale lacuna nella ricerca per comprendere il potenziale e le conseguenze di queste nuove alternative colturali. L’articolo pubblicato su Nature Food invita a condurre studi più mirati sulle alternative da agricoltura cellulare.
“Questi alimenti coltivati in laboratorio potrebbero svolgere un ruolo chiave nella transizione verso sistemi alimentari più sostenibili e resilienti, ma abbiamo bisogno di più dati per comprenderne appieno l’impatto”, afferma Anne Charlotte Bunge.
Secondo l’articolo, portare queste alternative sotto i riflettori potrebbe diversificare la base di prove, migliorando la nostra comprensione dei benefici e dei rischi.
“Sosteniamo che queste alternative emergenti meritano un posto nell’agenda della ricerca. Potrebbero anche aumentare l’attenzione sugli impatti ambientali e socio-economici della produzione tradizionale di caffè, cacao e olio di palma”, afferma Anne Charlotte Bunge.
fonte: Stockholm Resilience Centre