Roberto Cenci, esperto in valutazioni ambientali nei comparti Acqua, Aria, Suolo e bioindicatori, risponde ad alcune nostre domande
Quando si parla di monitoraggio ambientale si intende un complesso processo che unisce osservazione, misurazione e raccolta dei dati bio-fisici caratteristici di un determinato ambiente. I metodi applicati per il monitoraggio ambientale devono essere affidabili, precisi e la scelta dei parametri appropriata rispetto al tipo di analisi. Partendo dal corretto campionamento ambientale si deve passare all’individuazione dei contaminanti e all’ottenimento di un valore analitico il più possibile vicino alla realtà ambientale.
Grazie all’intervento del prof. Roberto Cenci durante l’ultimo talk B2Better che si è tenuto lo scorso 19 febbraio, abbiamo potuto approfondire gli aspetti principali di un corretto campionamento di acqua, aria e suolo (clicca qui per vedere la registrazione del talk).
Il Prof. Cenci ha condotto progetti nazionali e internazionali nel campo ambientale, ed è un esperto di valutazioni ambientali nei comparti Acqua, Aria, Suolo, Sedimento e Biota mediante analisi chimiche, radio-chimiche, fisiche e biologiche, come pure nell’utilizzo della biodiversità e dei bioindicatori animali e vegetali per valutare la qualità dell’aria, dell’acqua, del suolo ed analisi di uranio nella conduzione di impianti nucleari a fissione.
Abbiamo posto alcune domande al prof. Cenci a proposito dei rischi e degli errori più comuni che possono verificarsi durante le fasi di campionamento ambientale.
- Quali rischi si corrono con un campionamento errato?
Se il campionamento non viene eseguito in modo corretto si possono avere due situazioni: una sovrastima o una sottostima del comparto che si vuole indagare, quindi il valore di concentrazione che si otterrà dopo l’analisi non corrisponderà alla realtà. Si avrebbe un numero e non una visione del problema con conseguenze gravi anche dal punto di vista penale.
- Quali sono gli errori più frequenti e comuni nel campionamento?
La superficialità e l’inesperienza. E’ un errore molto comune inviare persone fresche di assunzione a raccogliere campioni, persone che ancora non hanno un’adeguata istruzione e che purtroppo possono commettere errori. Il tutto si riconduce al fatto che molti pensano che campionare sia una operazione banale e semplice.
- In caso di criticità come deve intervenire l’azienda?
Avendo ottenuto, dopo l’analisi chimica o fisica o biologica del campione, un dato “anomalo” si deve interrogare la persona che ha effettuato il campionamento e successivamente ritornare sul posto con un esperto e ripetere il campionamento. Questa è la prassi corretta.
Per affrontare un campionamento in maniera professionale si devono quindi tenere in considerazione molti elementi e variabili che, se trascurati, possono compromettere la veridicità del campione.
Grazie alle pratiche che vengono acquisite tramite l’esperienza sul campo, quali l’identificazione esatta dei punti di campionamento, la raccolta corretta dei campioni, i riscontri fotografici, la descrizione dell’area, la valutazione delle ricadute al suolo, la suddivisione del campione in più frazioni e la conservazione di campioni di scorta si possono evitare errori di valutazione in grado di compromettere l’intera procedura di monitoraggio ambientale.