La celiachia è una malattia piuttosto diffusa e riguarda l’intera popolazione mondiale. L’analisi alimentare e le normative sono fondamentali per aiutare chi soffre di questa patologia
La celiachia è un’enteropatia infiammatoria permanente, con tratti di auto-immunità, provocata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. È la più frequente intolleranza alimentare e colpisce circa l’1% della popolazione mondiale.
Come riporta l’ultima Relazione annuale al Parlamento italiano sulla celiachia (anno 2015), è stato calcolato che nella popolazione italiana il numero teorico di celiaci si aggiri intorno ai 600.000 contro i quasi 183.000 diagnosticati.
A causa della diffusione di questa patologia, diventa sempre più importante essere in grado di analizzare gli alimenti per verificare la presenza di glutine. Molte persone devono evitare questa sostanza anche a causa dell’allergia al grano o di una sensibilità al glutine di origine con celiaca, inoltre sempre più consumatori decidono di acquistare prodotti gluten free, come avevamo raccontato in un precedente articolo.
La normativa e l’etichetta
Al giorno d’oggi i consumatori devono poter trovare informazioni affidabili sull’etichetta degli ingredienti, verificate da chi si occupa di produrre alimenti e bevande. La normativa vigente si muove in tal senso, infatti gli ingredienti allergenici – tra cui i cereali che contengono glutine – devono essere dichiarati chiaramente sull’etichetta. La suddetta norma è riportata nel regolamento dell’UE No. 1169/2011 e riguarda tutti i tipi di prodotti: quelli confezionati e gli quelli non confezionati, che si possono trovare ad esempio nei ristoranti o nelle panetterie.
Le norme comunitarie specificano anche un altro aspetto, ovvero i valori limite di un prodotto per essere considerato senza glutine o a basso contenuto di glutine. I prodotti gluten-free possono riportare sulla confezione il simbolo “senza glutine”, un marchio protetto e riconosciuto a livello internazionale. Le licenze per l’utilizzo del logo in questione sono assegnate dalla Federazione delle Associazioni Europee dei Celiaci (AOECS), che impone ai produttori elevati standard e controlli regolari a chi intende firmare un accordo di licenza per ottenere la certificazione.
In cosa consistono i controlli
I controlli si basano su delle analisi che hanno lo scopo di rilevare la presenza di glutine nei prodotti alimentari. In genere si tratta di sistemi che utilizzano degli anticorpi: se l’alimento in questione contiene la proteina specifica, l’anticorpo che fa parte del sistema analitico la attacca e si può osservare un cambiamento di colore. È fondamentale in questo procedimento la specificità di un anticorpo di reagire contro una determinata sostanza, poiché il glutine è costituito da diversi tipi di proteine, ovvero da prolammina e glutelina – quest’ultima è detta anche gliadina e glutenina – dunque sono necessari vari tipi di anticorpi: quelli più utilizzati sono chiamati R5 e G12.
Solo grazie agli alti standard imposti dalla legge e ai continui controlli delle autorità è possibile garantire prodotti che siano davvero gluten-free.