Carlo Bonomi è stato designato nuovo presidente di Confindustria. Lo ha deciso il consiglio generale dell’associazione con voto online segreto (123 voti a favore e 60 contro). Bonomi ha avuto la meglio su Licia Mattioli, vicepresidente degli industriali. L’ultima parola, da statuto, spetterà all’assemblea privata dei delegati, convocata il 20 maggio per eleggere formalmente il nuovo presidente e la sua squadra.
Presidente di Assolombarda dal 2017, Carlo Bonomi è un imprenditore del settore biomedicale. Nato a Crema nel 1966, presiede il Consiglio di amministrazione della Synopo, società che opera nel settore della strumentazione e dei consumabili per neurologia e guida le aziende manifatturiere da essa controllate, Sidam e Btc Medical Europe.
Presidente del Cda di Ocean e Marsupium e consigliere indipendente di Springrowth, dal novembre 2019 fa anche parte del Consiglio dei amministrazione di Dulevo International. L’interesse per la ricerca e il lavoro nelle imprese a elevato contenuto d’innovazione hanno connotato il suo percorso professionale, iniziato in una multinazionale della diagnostica in vitro e proseguito ricoprendo incarichi in società di ricerca pubbliche e private.
Negli anni, Bonomi ha ricoperto diversi ruoli all’interno di Confindustria. E’ stato infatti vicepresidente di Assolombarda con delega a Credito e finanza, fisco, organizzazione e sviluppo. Nel 2016 il Consiglio di presidenza di Confindustria ha nominato Bonomi presidente del Gruppo tecnico per il fisco. E’ membro del Consiglio generale di Confindustria e del Consiglio di presidenza di Confindustria Lombardia. Dal luglio 2019 è presidente della Fondazione Assolombarda.
Dal giugno 2017 é membro del Consiglio Generale di Aspen Institute Italia, del Consiglio di Amministrazione di Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) e, dal novembre 2018, del Consiglio di Amministrazione dell’Università Bocconi.
“Insieme cambiamo l’Italia“, Bonomi ha detto agli industriali, nell’assemblea a porte chiuse: “Gli amici che abbiamo di fronte richiederanno molta dedizione, molta passione civile, i valori che hanno portato i nostri padri e le nostre imprese a ricostruire l’Italia nel dopoguerra. Ci sarà bisogno dell’impegno di tutti. Insieme dobbiamo cambiare l’Italia. Abbiamo una grande occasione, in un momento molto drammatico forse abbiamo l’occasione di fare quelle modifiche strutturali di cui il Paese ha bisogno“. Bonomi ha poi espresso i suoi dubbi sui “comitato di esperti” in politica spiegando che “vanno benissimo, ma la loro proliferazione dà il senso che la politica non ha capito, non sa dove andare. Abbiamo un comitato a settimana, senza poteri, senza capire dove si vuole andare. E il tempo è nostro nemico, rischia di disattivare la nostra presenza nelle catene del valore aggiunto mondiali“.
Il lockdown, ha aggiunto, provocherà una “voragine” per il Pil. E la strada giusta non è quella, spiega, di fare indebitare le aziende. “Non abbiamo ancora – ha ripreso – dispositivi di protezione distribuiti in massa, non abbiamo tamponature a tappeto, non abbiamo indagine a cluster della popolazione sulla concentrazione di contagi, né test sierologici sugli anticorpi, né tecnologie di contact tracing“. Ed ecco l’appello: “Insieme dovremo cambiare anche noi imprese, se vogliamo che cambi l’Italia“.