Una simulazione basata su un algoritmo definito “Scova-varianti” stima le proiezioni della trasmissibilità: nelle zone in cui il le varianti sono presenti già in oltre il 40% dei nuovi contagi, entro fine marzo si avrà la scomparsa della versione “standard”
Un algoritmo chiamato “Scova-varianti”, elaborato dal Cnr, rivela un quadro preoccupante dell’aumento dei casi di Covid: nelle regioni dove i contagi sono in forte crescita, tra il 40 e il 50% delle nuove infenzioni sarebbe da attribuire alle varianti.
“Nelle Regioni dove si è registrato un rapido aumento dei casi come Abruzzo, Marche, Toscana e Umbria, oltre che nelle Province autonome di Trento e Bolzano, le varianti di Sars-Cov-2 sarebbero, secondo le simulazioni sull’andamento dei ricoverati, già tra il 40 e il 50% del totale dei positivi. Questo trend è in aumento“. A dirlo è il fisico Corrado Spinella, direttore del Dipartimento di Scienze fisiche e tecnologie della materia del Cnr.
Spinella rivela i dati di una simulazione basata su un algoritmo che definisce “Scova-varianti” di Sars-Cov-2, sviluppato dal suo team del Consiglio nazionale delle ricerche e che aggiorna il sistema di calcolo da loro stessi realizzato per monitorare l’evoluzione della malattia. Spinella sottolinea che “in Abruzzo, nell’arco di un mese da oggi, se non dovessero esserci misure contenitive, i casi della variante potrebbero raggiungere la quota del 90%” e che “senza altre misure di contenimento dei contagi di Sars-Cov-2, nelle Regioni che si trovano già ad avere il virus variato almeno al 50%, la variante a maggiore contagiosità sostituirà pressoché totalmente la versione ‘standard’ nell’arco di un mese e mezzo a partire da oggi. Dunque, a fine marzo“.
Dal calcolo differenziale, secondo il fisico, emerge che “le varianti sono comparse su una frazione molto piccola di positivi già nei primi giorni di dicembre del 2020”. In riferimento sempre alla presenza delle varianti che si notano dalle curve realizzate grazie all’algoritmo, Spinella sottolinea: “l’Emilia-Romagna e la Lombardia iniziano a esibire un trend di aumento dei casi ospedalizzati riconducibile alla presenza delle varianti a maggiore trasmissibilità“.