SmartLAB ha ottenuto l’ammissione al finanziamento e la concessione di agevolazioni dal valore di 1 mln per realizzare strumenti biologici innovativi basati sulla tecnologia ad RNA.
Arterra Bioscience, azienda green biotech specializzata in ricerca e sviluppo nell’ambito delle biotecnologie quotata dal 2019 sul mercato Euronext Growth Milan di Borsa Italiana, comunica che il progetto SmartLAB presentato dalla Società nell’ambito del Por Campania Fesr 2014 2020 Asse 3 O.S. 3.1 Azione 3.1.1, avviso pubblico per il sostegno alle MPMI campane nella realizzazione di progetti di trasferimento tecnologico e industrializzazione, è stato ammesso a finanziamento e concessione delle agevolazioni.
Con questa iniziativa, Arterra intende realizzare strumenti biologici innovativi basati sulla tecnologia ad RNA da utilizzare in campo agronomico e zootecnico nella lotta contro organismi parassiti infestanti. Il progetto avrà durata di dodici mesi e terminerà nel primo semestre 2023. Il costo ritenuto congruo dalla Commissione è di € 1.062.585,50 pari a quanto richiesto in sede di presentazione della domanda. A fronte del sostenimento di tale costo il contributo a fondo perduto concedibile è di € 719.532,97.
Fondata a Napoli nel 2004 per sviluppare tecnologie e soluzioni innovative dalle molteplici applicazioni, Arterra Bioscience nasce dalla visione della ricercatrice Gabriella Colucci, con un passato all’Università di San Diego e a Canberra, che spiega “Con l’aiuto dell’attuale CFO Gualtiero Ioimo, abbiamo messo in piedi una realtà innovativa capace al contempo di parlare con la ricerca nazionale e internazionale e con l’industria. Certo all’inizio è stato difficile, con un contesto non certo americano sul fronte del venture capital o degli investimenti delle industrie farmaceutiche, ma partendo da un brevetto da 200 mila euro abbiamo sviluppato la nostra storia: oggi contiamo al nostro attivo 16 grant, 3 marchi, 44 pubblicazioni scientifiche e 60 prodotti innovativi sul mercato”.
Gli asset di questa realtà sono le competenze e nel tempo la società è divenuta un player importante delle tecnologie abilitanti in ambiti che spaziano dall’agrifarmaceutica alla cosmesi “Abbiamo costruito nel tempo un network importante di operatori di mercato che ci hanno aiutato a crescere, prima con l’agrofarmaceutica della Isagro di Giorgio Basile; poi con il colosso della cosmesi Intercos, con cui abbiamo creato anche una joint venture di peso come Vitalab. I nostri prodotti finiscono brand internazionali come Estée Lauder e in tutto il mondo, ma restiamo una società delle competenze, delle tecnologie abilitanti, della ricerca.
Così nel tempo abbiamo allargato gli ambiti di applicazione dei nostri prodotti. Di recente abbiamo siglato accordi con ADL Farmaceutici e Montecarlofruit, ampliando la nostra attività di ricerca al settore dei dispositivi medici, collaboriamo di continuo a diversi progetti nazionali e internazionali che possono avere poi uno sbocco nell’industria. In media sono almeno 2 o 3 progetti l’anno e, dopo la recente pausa dei bandi, ci attendiamo nuove occasioni sul fronte di queste attività che vengono finanziate con grant dal ministero, della Regione Campania o anche su scala europea dall’Horizon 2020, per esempio”.