L’Ecdc ha pubblicato i dati sulla diffusione dell’HIV in Europa, da cui emerge una scarsa consapevolezza sul virus da parte degli ultra 50enni
Lo European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) ha pubblicato uno studio su The Lancet Hiv, intitolato “New HIV diagnoses among older adults in 31 European countries: an analysis of surveillance data from 2004 to 2015”, dove sono raccolti e analizzati i dati sulla diffusione dell’HIV.
Sono 312.501 le nuove diagnosi tra persona di età compresa fra i 15 e i 49 anni, registrate a partire dal 2004 fino al 2015. Nello stesso periodo ben 54.102 casi hanno interessato gli adulti ultra 50enni.
Dal documento emerge anche un altro dato importante: sono più probabili le diagnosi in ritardo nei soggetti che hanno dai 50 anni in su, rispetto ai giovani adulti che contraggono il virus tramite rapporti eterosessuali. Il sesso tra uomini rimane il canale di maggior diffusione tra questi ultimi.
A quanto pare il 67% dei nuovi casi riscontrati negli ultra 50enni sono stati diagnosticato in ritardo o in presenza dell’infezione allo stato avanzato, quando oramai il sistema immunitario era già compromesso. Questo dato, secondo i ricercatori, suggerisce che in questa fascia di età vi siano problemi persistenti nell’accesso e nella comprensione dei test e delle terapie per l’HIV in molti paesi.
I risultati dello studio indicano che la diffusione si sta evolvendo in nuove direzioni, a causa probabilmente di una scarsa consapevolezza sul virus e di come esso venga trasmesso tra le persone più anziane. È probabile che alla base ci sia un’idea sbagliata e una bassa percezione del rischio fra gli ultra 50enni.