Da un progetto di ricerca della Scuola Sant’Anna di Pisa nasce un sistema capace di monitorare in tempo reale le qualità di sangue ed emoderivati, compresa l’emolisi, tramite un raggio di luce a led.
Minilysis – minimal invasive device for detection of emolysis – è un dispositivo dalle dimensioni ridotte che unisce imaging spettrofotometrico, spettroscopia NIR in trasmissione, spettroscopia di riflettanza, ultrasuoni e spettroscopia optoacustica per analizzare in tempo reale la qualità di sangue ed emoderivati e assicurarne lo stato di conservazione e la sicurezza.
Il progetto è stato messo a punto all’interno dello Smart Medical Theatre Lab della Scuola Sant’Anna di Pisa, impegnato tra le altre cose nello sviluppo di dispositivi medici innovativi da poter utilizzare al di fuori del laboratorio. Il team, coordinato da Giuseppe Tortora, è partito dal lavoro del ricercatore Giorgio Pitruzzello, della dottoressa Simona Storti, responsabile del laboratorio analisi dell’Ospedale del Cuore/Fondazione Monasterio e della data analyst Liu Rong Rong.
“È il primo dispositivo che non solo svolge un ruolo attivo di verifica, ma soprattutto consente questo controllo anche al di fuori dei laboratori per le dimensioni ridotte del dispositivo – raccontano Tortora e Pitruzzello – Grazie a una luce a led si possono verificare le condizioni delle sacche di sangue, valutando perfino l’emolisi“. Elemento quest’ultimo di grande utilità per verificare la sicurezza e l’integrità di sangue ed emoderivati.
Oltre all’importanza sotto il profilo diagnostico, Minilysis è pensato come dispositivo per il monitoraggio in tempo reale delle condizioni di qualità di sangue ed emoderivati durante lo stoccaggio e il trasporto tra strutture ospedaliere, in quanto permetterebbe di informare in maniera puntuale gli operatori di eventuali emolisi nelle sacche di sangue trasportate; migliorando la sicurezza e l’efficienza del servizio SSN per il cittadino. Se pensiamo che in Italia ogni anno 36mila sacche di plasma, frutto di donazioni, vengono buttate a causa di una non corretta conservazione, Minilysis offrirebbe un evidente risparmio in termini di costi indiretti per le aziende sanitarie.
Ad oggi si sta lavorando all’ingegnerizzazione del primo prototipo, che dovrebbe essere pronto per il mercato entro il prossimo anno. Il progetto, finanziato dal Mise e dalla start up ABzero, potrà essere utilizzato da tutte le strutture ospedaliere impegnate nel trasporto di sangue ed emoderivati. La possibilità, volendo, di abbonarsi per l’utilizzo del dispositivo apre inoltre nuovi scenari per molte strutture sanitarie.
Il ritrovato è stato premiato con il terzo posto nella recente competizione Start Cup Toscana ed è in lizza per le finali nazionali dell’edizione 2021 del PNI, “Premio Nazionale per l’Innovazione”, il 30 novembre e 3 dicembre all’Università Torvergata di Roma.