ENEA coordina progetto da 1,3 milioni per studio sviluppo tumori da radiazioni

12 Dicembre 2024
tumori da radiazioni studio ENEA

Con i partner del progetto, ENEA punterà a comprendere i meccanismi che portano allo sviluppo del cancro con una particolare attenzione al ruolo svolto dal microambiente cellulare che comprende le cellule stromali, i vasi sanguigni, le citochine e tante altre molecole.

 

Migliorare le conoscenze sui meccanismi di sviluppo dei tumori da radiazioni [1] è l’obiettivo del progetto DISCOVER[2], finanziato dalla UE con oltre 1,3 milioni di euro e coordinato da ENEA in collaborazione con Federal Office for Radiation Protection (Germania), National Centre for Public Health and Pharmacy (Ungheria) e Oxford Brookes University (Gran Bretagna).

La formazione dei tumori da radiazioni è classicamente attribuita a danni al DNA, non riparati o riparati erroneamente.

 

Ma dati recenti suggeriscono anche un contributo del microambiente cellulare, mettendo in discussione la teoria convenzionale (target theory) della radiobiologia.

“Per questo progetto utilizzeremo sistemi biologici di diversa complessità e approcci altamente innovativi[3] che ci permetteranno di comprendere come le diverse tipologie cellulari che compongono il cervelletto[4] reagiscono a dosi moderate e basse di radiazioni, contribuendo alla formazione del tumore”, spiega la coordinatrice del progetto Simonetta Pazzaglia, responsabile del Laboratorio ENEA Biotecnologie RED.

Con i partner del progetto, ENEA punterà a comprendere i meccanismi che portano allo sviluppo del cancro con una particolare attenzione al ruolo svolto dal microambiente cellulare che comprende, ad esempio, le cellule stromali[5], i vasi sanguigni, le citochine e tante altre molecole circolanti che possono influenzare il comportamento di quelle tumorali e, di conseguenza, il processo di sviluppo del cancro.

“Quindi, non solo il danneggiamento diretto del DNA da radiazioni potrebbe essere all’origine del cancro, ma anche le interazioni tra le cellule tumorali e il loro ambiente circostante potrebbero contribuire allo sviluppo dei tumori da radiazione. E la comprensione di questi meccanismi potrebbe portare a nuove strategie per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento del cancro causato dalle radiazioni”, conclude Pazzaglia.

Il progetto DISCOVER è stato finanziato nell’ambito della prima call di PIANOFORTE, la nuova coalizione europea per la ricerca sulla radioprotezione che ha l’obiettivo di migliorare la protezione dei cittadini e dell’ambiente dall’esposizione naturale, professionale e medica alle radiazioni ionizzanti. Coordinata dall’Istituto francese per la protezione dalle radiazioni e la sicurezza nucleare (IRSN), la coalizione riunisce 58 partner in rappresentanza di 22 Paesi dell’Unione europea, Regno Unito e Norvegia e sei piattaforme di ricerca Ue in materia di radioprotezione e ha un budget di 46 milioni di euro, di cui il 65% finanziato dal programma Euratom dell’Unione europea e il resto dagli Stati membri.

 

[1] Le radiazioni ionizzanti sono radiazioni elettromagnetiche o corpuscolari dotate di sufficiente energia per “ionizzare” la materia che attraversano, in pratica per mettere in moto un gran numero di particelle elettricamente cariche. Secondo le stime della National Academy of Science americana l’82% delle radiazioni a cui ciascun individuo è mediamente esposto proviene da fonti naturali, come ad esempio il gas Radon. Il restante 18%, derivante da attività umane, è dovuto principalmente a procedure mediche che impiegano raggi X, e solo in minore parte all’uso di prodotti di consumo, alla medicina nucleare, a motivi professionali o a fallout/fuoriuscite nucleari.

[2] DISCOVER – Dissecting radiation effects into the cerebellum microenvironment driving tumor promotion

[3] Analisi omiche (single cells transcriptomics, mirnoma, proteoma e secretoma), indagini su EVs (vescicole extracellulari) e i cambiamenti epigenetici, in sistemi biologici di diversa complessità (modelli in vitro, ex vivo e in vivo).

[4] Il cervelletto è una parte del cervello coinvolta nel controllo del movimento volontario, nell’equilibrio e in altri processi cognitivi.

[5] Le cellule stromali sono cellule che costituiscono il tessuto di supporto, o stroma, di diversi organi e tessuti. Lo stroma non fa parte delle cellule funzionali dell’organo (quelle che svolgono le attività specifiche), ma fornisce invece un ambiente di sostegno fisico e nutritivo.

fonte: Enea

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