Esami oculistici con l’IA per individuare il rischio di demenza

30 Gennaio 2025
NeurEYE università di edimburgo

Gli esami oculistici di routine potrebbero essere in grado di prevedere il rischio di demenza grazie a uno strumento digitale sviluppato da scienziati e ricercatori clinici dell’Università di Edimburgo e della Glasgow Caledonian University, in collaborazione con gli ottici della grande distribuzione.

 

Gli scienziati utilizzeranno l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico per analizzare le immagini della retina e collegarle con i dati demografici, la storia terapeutica e le condizioni preesistenti di un paziente.

Il team di ricerca di NeurEYE spera di trovare modelli che possano indicare il rischio di sviluppare la demenza, oltre a fornire un quadro generale della salute del cervello.

Il progetto NeurEYE – guidato dall’Università di Edimburgo con il supporto della Glasgow Caledonian University – ha raccolto quasi un milione di scansioni oculari da ottici di tutta la Scozia, formando il più grande set di dati al mondo di questo tipo. Questa risorsa aiuterà a sviluppare un software che gli ottici potranno utilizzare come strumento predittivo o diagnostico per patologie come l’Alzheimer. Aiuterà inoltre i pazienti a fare il triage e a indirizzarli ai servizi sanitari secondari se vengono individuati i segni di una malattia cerebrale.

Secondo gli esperti, potrebbe anche essere utilizzato come strumento per monitorare il declino cognitivo. L’identificazione delle persone a rischio di demenza potrebbe anche accelerare lo sviluppo di nuovi trattamenti, individuando le persone che hanno maggiori probabilità di trarre beneficio dalle sperimentazioni e consentendo un migliore monitoraggio della loro risposta al trattamento. Inoltre, potrebbe aiutare gli individui e i medici a modificare il rischio di sviluppare la demenza attraverso cambiamenti nello stile di vita, come l’attività fisica e la dieta.

“L’occhio può dirci molto di più di quanto pensassimo. I vasi sanguigni e i percorsi neurali della retina e del cervello sono intimamente connessi. Ma, a differenza del cervello, possiamo vedere la retina con un’apparecchiatura semplice e poco costosa che si trova in ogni negozio del Regno Unito e non solo”.Baljean Dhillon, Professore di oftalmologia clinica presso l’Università di Edimburgo e co-conduttore di NeurEYE

I dati sono resi anonimi e conservati in modo sicuro nello Scottish National Safe Haven, che fornisce una piattaforma sicura per l’uso a fini di ricerca dei dati elettronici del Servizio sanitario nazionale. Questa risorsa è commissionata da Public Health Scotland e ospitata dall’Edinburgh International Data Facility attraverso l’EPCC dell’Università di Edimburgo. L’autorizzazione all’uso dei dati proviene dal Public Benefit and Privacy Panel for Health and Social Care, una parte del NHS Scotland.

Il progetto è il secondo sostenuto da NEURii, una collaborazione globale unica nel suo genere tra l’Università di Edimburgo, l’azienda farmaceutica Eisai, Gates Ventures, l’associazione di beneficenza per la ricerca medica LifeArc e l’istituto nazionale di scienza dei dati sanitari Health Data Research UK. I team di ricerca sono supportati da Edinburgh Innovations, il servizio di commercializzazione dell’Università.

NEURii offre ai progetti digitali innovativi la possibilità di diventare soluzioni reali che potrebbero portare benefici a milioni di pazienti affetti da patologie neurodegenerative come la demenza. Il primo progetto NEURii, SCAN-DAN, utilizza le scansioni cerebrali e l’intelligenza artificiale per prevedere il rischio di demenza.

“I recenti progressi dell’intelligenza artificiale promettono di rivoluzionare l’interpretazione delle immagini mediche e la previsione delle malattie. Tuttavia, per sviluppare algoritmi equi e imparziali, è necessario addestrarli su set di dati rappresentativi dell’intera popolazione a rischio. Questo set di dati, insieme alla ricerca decennale dell’Università di Edimburgo sull’IA etica, può portare a un cambiamento di passo nella diagnosi precoce della demenza per tutti”.Miguel Bernabeu, Professore di medicina computazionale presso l’Istituto Usher dell’Università di Edimburgo e co-leader di NeurEYE

“Sfruttare il potenziale delle innovazioni digitali in questo modo potrebbe far risparmiare milioni al NHS, perché si spera di accelerare la diagnosi e il trattamento di patologie neurodegenerative come la demenza. Il Regno Unito, con il suo unico fornitore di servizi sanitari, è anche nella posizione ideale per diventare un leader globale nello sviluppo di nuovi test che utilizzano i dati sanitari. Ecco perché stiamo collaborando per far avanzare promettenti progetti di salute digitale che hanno il potenziale di migliorare milioni di vite”. – Dott. Dave Powell, Responsabile scientifico di LifeArc.

fonte: Università di Edimburgo

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