Sviluppato al Politecnico di Milano un innovativo nanovettore
Immaginiamo un farmaco molto potente, addirittura tossico per gli organi sani, capace di “consegnare” il suo principio attivo solo dove serve, ad esempio un tumore. Il risultato è un’azione terapeutica più efficace, veloce e sicura.
È il futuro della farmacologia, oggi un po’ più vicino grazie a un innovativo nanovettore per il rilascio intracellulare selettivo di farmaci sviluppato al Politecnico di Milano.
Si tratta di una sorta di capsula capace di viaggiare intatta nel circolo sanguigno e “rompersi” rilasciando il farmaco solo una volta individuate le cellule da trattare. Una caratteristica garantita dalla presenza sulla capsula di un film della proteina idrofobina, che viene rotto solo quando il nanovettore entra nelle cellule ed incontra il glutatione, un antiossidante della cellula, determinando così il conseguente rilascio della molecola curativa.
Il nanovettore è costituito da una miriade di nanoparticelle d’oro che vengono assemblate in aggregati di dimensioni maggiori, chiamati supraparticelle, attraverso un film di idrofobina che le circonda, proprio come se fosse una bolla di sapone riempita di nanoparticelle. Grazie a queste caratteristiche, il nanovettore risulta quindi dotato di eccellente stabilità nei fluidi biologici e può incapsulare elevate quantità di farmaci nello spazio disponibile all’interno della bolla.
Ciò offre l’opportunità di unire le proprietà di materiali inorganici (nanoparticelle d’oro) con quelle di materiali (bio)organici, fornendo un nanovettore ibrido e biocompatibile.
La scoperta è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista della Società Chimica Americana ACS Nano da Francesca Baldelli Bombelli e Pierangelo Metrangolo del Laboratorio Interdipartimentale di Nanomedicina (NanoMedLab) del Politecnico di Milano ed è stata eseguita in collaborazione con l’Istituto Mario Negri, partner strategico del Politecnico.
L’efficacia del nuovo sistema di rilascio modificato di farmaci (drug delivery) è stata dimostrata utilizzando un farmaco antitumorale particolarmente efficace, ma anche tossico e di cui quindi va controllato il rilascio solo nella zona da trattare.
Fonte Politecnico di Milano