Gli scienziati dell’Institute for Plant&Food Research di Auckland (Nuova Zelanda) hanno avviato una sperimentazione per la coltivazione in laboratorio di frutta e verdura.
Dopo la carne, è iniziata anche la sperimentazione della frutta e della verdura coltivate in laboratorio. La notizia arriva dalla Nuova Zelanda, e in particolare dall’Institute for Plant&Food Research di Auckland, dove un gruppo di scienziati sta studiando come rendere più sostenibile e resiliente ai cambiamenti climatici il comparto dell’orticoltura.
Gli studi per la coltivazione in laboratorio di tessuti vegetali – la cosiddetta orticoltura cellulare – sono però ancora in fase iniziale. I ricercatori sono al lavoro da 18 mesi, nell’ambito di un progetto che ha una durata totale di cinque anni.
Attualmente hanno già cominciato a sperimentare la coltivazione di cellule prelevate da mirtilli, mele, ciliegie, pesche e uva. Il loro obiettivo è quello di ottenere un prodotto che sia insieme nutriente, ma anche appetibile per i consumatori dal punto di vista dell’aspetto e della consistenza.
“Per coltivare del cibo che risulti desiderabile abbiamo bisogno di molto più di una raccolta di cellule – ha dichiarato Ben Schon, ricercatore dell’Institute for Plant & Food Research – Per questo stiamo sperimentando anche gli approcci che hanno le migliori chance di riprodurre l’esperienza di consumare cibo fresco. L’obiettivo non è di replicare completamente un pezzo di frutta cresciuto nel modo tradizionale, ma piuttosto creare un cibo completamente nuovo, ma ugualmente appetibile”.
Un potenziale vantaggio che la orticoltura cellulare può offrire è la possibilità di selezionare solo le parti edibili della verdura e della frutta che si decide di manipolare in laboratorio, in modo tale da ottenere alimenti che non producono alcuno spreco.
“A livello globale vediamo una rapida crescita dello skyfarming, ovvero dell’agricoltura in ambiente controllato e dell’agricoltura cellulare“, ha affermato la direttrice dell’Institute for Plant&Food Research, Samantha Baldwin. “È quindi possibile che la coltivazione cellulare di alimenti vegetali si riveli la soluzione per la crescita delle popolazioni urbane, e alla richiesta di una catena produttiva di alimenti sani e sicuri nei pressi di questi mercati urbani”.