Le acque dei laghi stanno perdendo ossigeno, e molto piu’ velocemente degli oceani: un fenomeno che sta avvenendo in tutto il mondo a causa del riscaldamento globale e che mette a rischio sia la biodiversita’ sia la qualità dell’acqua potabile. Lo indica la ricerca pubblicata sulla rivista Nature dall’americano Rensselaer Polytechnic Institute di Troy.
Secondo l’analisi, Coordinata da Kevin Rose e Stephen F. Jane, a partire dal 1980 i livelli di ossigeno nei laghi è sceso del 5,5% in superficie e del 18,6% nelle acque più profonde. Un cambiamento gigantesco, che presenta un impatto diretto sugli ecosistemi, in particolare per la vita dei pesci. Ma anche altera anche i cicli biochimici, provocando anche maggiori emissioni di gas ad effetto serra nell’atmosfera.
“Tutto il complesso della vita dipende dall’ossigeno. Quando si inizia a perderlo, si ha un impoverimento potenziale di specie. I laghi stanno perdendo ossigeno 2,75-9,3 volte più in fretta degli oceani. Un calo che puo’ avere un impatto sull’ecosistema“, dichiara Rose.
I dati sono stati raccolti dai ricercatori del Global Lake Ecological Observatory Network, che hanno studiato più di 45mila campioni (i più vecchi risalgono al 1941, mentre i più recenti sono stati prelevati nel 2019) provenienti da 400 laghi, principalmente in America del Nord e in Europa. Il principale motore del calo dell’ossigeno – pari a 0,11 milligrammi per litro per ciascun decennio – è l’aumento della temperatura media globale, che sulla superficie dei laghi ha comportato un incremento di 0,38 gradi centigradi.
Pesci e insetti a rischio
I ricercatori attribuiscono questo fenomeno all’innalzamento delle temperature. Dopo il mescolamento invernale, che fa sì che le acque superficiali ricche di ossigeno scendano verso il fondo e quelle ricche di nutrienti salgano, in estate si verifica una stratificazione termica, con uno strato superiore caldo.
Questa stratificazione avviene sempre sempre più verso l’inizio dell’anno, con i microorganismi che hanno più tempo per consumare l’ossigeno disponibile, spiega a Keystone-ATS Martin Schmid, coautore dello studio presso l’Istituto federale per l’approvvigionamento, la depurazione e la protezione delle acque (Eawag).
Questo è problematico, perché si possono formare zone senza ossigeno dove gli organismi viventi non possono sopravvivere. È il caso ad esempio al livello dei sedimenti, dove sono a rischio le uova dei pesci e le larve degli insetti, afferma Schmid.
“Sentinelle del cambiamento ambientale”
In particolare, in un vasto sottogruppo di laghi inquinati da nutrienti, i livelli di ossigeno superficiale sono aumentati quando le temperature dell’acqua superavano la soglia che favoriva i cianobatteri, che possono creare tossine quando fioriscono sotto forma di alghe dannose.
“Tutto il complesso della vita dipende dall’ossigeno. Quando si inizia a perderlo, si ha una perdita potenziale di specie. I laghi stanno perdendo ossigeno 2,75-9,3 volte più in fretta degli oceani. Un calo che può avere un impatto sull’ecosistema“, scrive da parte sua Kevin Rose.
Benché i laghi rappresentino “soltanto” il 3 per cento della superficie della Terra, essi sono di grande importanza, anche e soprattutto per la biodiversità che ospitano. Inoltre, tali bacini sono più piccoli dei mari, e per questo reagiscono più rapidamente agli effetti dei cambiamenti ambientali.
“I laghi sono delle sentinelle del cambiamento ambientale e di potenziali minacce, perché rispondono ai segnali atmosferici e dell’ambiente circostante. Se questa loro maggiore biodiversità sta cambiando così rapidamente, vuol dire che i cambiamenti atmosferici hanno già influito sugli ecosistemi“, aggiunge Jane, co-coordinatore dello studio. Le concentrazioni di ossigeno sono importanti anche per la qualità dell’acqua: quando calano, aumentano i batteri capaci di vivere senza ossigeno e che producono gas serra. I laghi quindi starebbero rilasciando una maggiore quantità di metano nell’atmosfera.