Realizzato incrociando i dati di 19 studi scientifici, per un totale di oltre 20.000 individui coinvolti, lo studio mostra un’efficacia superiore al 50% nel ridurre i casi di malattia, con un effetto duraturo e un elevato profilo di sicurezza.
Il vaccino contro la Dengue ha un’efficacia superiore al 50% nel ridurre i casi di malattia, con un effetto duraturo e un profilo di sicurezza molto buono.
A confermarlo è la prima meta-analisi al mondo sull’efficacia di TAK-003, meglio noto come Qdenga: l’unico vaccino ad oggi approvato in Italia e in molti paesi europei per la lotta alla Dengue. Pubblicata sulla rivista Vaccines, l’indagine è stata realizzata da studiosi dell’Università di Bologna e dell’Università degli Studi di Ferrara.
“Questa è la prima analisi complessiva a livello mondiale e siamo molto contenti dei dati emersi“, dice Lamberto Manzoli, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva dell’Alma Mater, che ha coordinato lo studio. “Non era un esito scontato: sono stati necessari molti anni prima di arrivare a sviluppare un vaccino con risultati così buoni“.
Il virus della Dengue, trasmesso da alcune specie di zanzare, infetta ogni anno circa 400 milioni di persone nelle aree più calde del pianeta, causando più di 3 milioni di morti. Il cambiamento climatico sta inoltre ampliando l’habitat delle zanzare portatrici del virus e questo sta provocando nuove epidemie di Dengue in un numero sempre maggiore di Paesi. Anche in Italia, in seguito al continuo aumento di casi, la malattia è al centro di un’allerta sanitaria.
Ad oggi non esiste una terapia efficace contro la malattia e le azioni di bonifica ambientale contro le zanzare non sono in grado di eliminare completamente il rischio di epidemie. L’unica strategia per la prevenzione è quindi quella legata al vaccino: approvato in Europa nel dicembre del 2022, TAK-003, meglio noto come Qdenga, ha mostrato risultati molto promettenti. Finora però non era disponibile una stima complessiva sulla sua efficacia e sicurezza.
Gli studiosi hanno quindi esaminato e incrociato i dati dei 19 studi scientifici realizzati fino ad oggi sul vaccino, per trovare solide evidenze della sua capacità di combattere la malattia. Nel complesso sono stati presi in considerazione i casi di oltre 20.000 individui coinvolti nei diversi test, anche a distanza di più di un anno dall’ultima somministrazione, sia con una sola dose che con entrambe le dosi previste per la vaccinazione completa.
I risultati mostrano che il vaccino riduce di oltre il 50% il rischio di contrarre la malattia, con un elevato profilo di sicurezza. Tra chi ha ricevuto entrambe le dosi previste, più del 90% ha sviluppato gli anticorpi contro la Dengue, e la risposta è molto positiva anche tra chi ha ricevuto solo una dose: più del 70% degli adulti e più del 90% dei bambini e adolescenti sviluppano gli anticorpi.
“Considerati i risultati ottenuti in termini di sicurezza, immunogenicità ed efficacia, la somministrazione di due dosi può senza dubbio rappresentare uno strumento fondamentale per la prevenzione della Dengue”, conferma Maria Elena Flacco, direttrice della Scuola di Specializzazione di Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Ferrara e prima autrice dello studio. “Il vaccino attualmente disponibile può essere quindi molto utile non solo per le popolazioni delle aree endemiche, ma anche per i viaggiatori provenienti da aree non a rischio“.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Vaccines con il titolo “Immunogenicity, Safety and Efficacy of the Dengue Vaccine TAK-003: A Meta-Analysis”. Gli autori sono Alessandro Bianconi, Matteo Fiore e Lamberto Manzoli dell’Università di Bologna (Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche), insieme a Maria Elena Flacco, Giovanni Cioni, Giovanna Letizia Calò, Gianmarco Imperiali, Vittorio Orazi, Marco Tiseo, Anastasia Troia e Annalisa Rosso dell’Università degli Studi di Ferrara (Dipartimento in Scienze dell’Ambiente e della Prevenzione).