L’utilizzo eccessivo di farmaci e antibiotici nuoce, oltre che alla salute delle persone, anche all’ambiente. I medicinali sono infatti considerati tra le principali fonti di inquinamento delle acque.
I farmaci – e soprattutto gli antibiotici – possono rappresentare un danno per l’ambiente e in particolare per la salute delle acque, dove finiscono gli scarti che il nostro organismo espelle dopo l’assunzione, i medicinali scaduti o mai usati e impropriamente smaltiti, oltre che i residui delle lavorazioni delle aziende farmaceutiche.
Un fenomeno che non riguarda solo i Paesi asiatici – con i fiumi indiani tra i più inquinati al mondo a causa delle oltre 300 aziende farmaceutiche attive nel Paese – ma anche l’Europa: secondo studi recenti, nel fiume Sava, un affluente del Danubio, si sono registrati livelli allarmanti di due comuni antibiotici, azitromicina ed eritromicina.
In Italia si trovano in cattive “condizioni di salute” i fiumi Lambro e Tevere, soprattutto nei tratti che lambiscono i centri urbani, ma anche il lago Maggiore. I ricercatori del Laboratorio di Indicatori epidemiologici ambientali dell‘Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri hanno monitorato, in ricerche pubblicati dal 2000 a oggi, la presenza di antibiotici sul territorio nazionale, confermandone le tracce in fiumi e laghi, ma anche in acque reflue, in acque di falda e nei fanghi degli impianti di depurazione, utilizzati come concime per i campi coltivati.
L’inquinamento delle acque ha forti impatti sulla vita dei pesci e di altri organismi e quindi sul precario equilibrio di ecosistemi fluviali che risulta in questo modo compromesso. I medicinali sono infatti tossici per i pesci, causando anomalie genetiche, danni cardiovascolari, sviluppo ritardato, alterazioni metaboliche e sono molto dannosi per alghe, molluschi, crostacei.
Per superare questo problema in Svezia sono stati avviati alcuni esperimenti di “farmaceutica verde”, con l’obiettivo di sviluppare antibiotici eco-compatibili, cioè capaci di degradarsi più rapidamente nell’ambiente.