La nuova formulazione orale, pronta per essere testata sull’uomo già a partire dal 2025, riduce notevolmente il rischio che si verifichi un abbassamento della glicemia.
Nel mondo, 425 milioni di persone sono affette da diabete. Di queste, i 75 milioni che si iniettano quotidianamente l’insulina potrebbero finalmente avere a disposizione un’alternativa alle siringhe: una ricerca recentemente pubblicata su Nature Nanotechnology illustra un nuovo metodo per rifornire l’organismo di insulina tramite una capsula o, meglio ancora, all’interno di un pezzo di cioccolato.
L’insulina è stata incapsulata all’interno di nano-vettori, minuscole particelle larghe 1/10000 di capello umano, così piccole che non si vedono nemmeno al microscopio.
“Questo modo di assumere l’insulina è più preciso perché la distribuisce rapidamente alle aree del corpo che ne hanno più bisogno. Quando si assume l’insulina con una siringa, questa si diffonde in tutto il corpo e può causare effetti collaterali indesiderati” – spiega uno dei ricercatori che hanno condotto lo studio, il professor Peter McCourt dell’università norvegese UiT.
In collaborazione con l’UiT, i ricercatori dell’Università di Sydney e del Sydney Local Health District hanno scoperto molti anni fa che era possibile somministrare farmaci al fegato tramite nano-vettori. Il problema dell’insulina assunta così è che si rompe nello stomaco e quindi non arriva dove è necessaria nell’organismo. Questa è stata una sfida importante per lo sviluppo di un farmaco per il diabete che possa essere assunto per via orale, ora risolta dai ricercatori.
“Abbiamo creato un rivestimento che protegge l’insulina dalla disgregazione da parte degli acidi gastrici e degli enzimi digestivi durante il suo percorso attraverso l’apparato digerente, mantenendola al sicuro fino a quando non raggiunge la sua destinazione, cioè il fegato“, spiega McCourt, biologo epatico – Il rivestimento viene poi scomposto nel fegato da enzimi che sono attivi solo quando i livelli di zucchero nel sangue sono elevati, rilasciando l’insulina dove può agire nel fegato, nei muscoli e nel grasso per rimuovere lo zucchero dal sangue“.
“Questo significa che quando la glicemia è alta, c’è un rapido rilascio di insulina e, cosa ancora più importante, quando la glicemia è bassa, non viene rilasciata alcuna insulina“, spiega Nicholas J. Hunt dell’Università di Sydney che guida il progetto insieme a Victoria Cogger.
Il nuovo metodo di gestione del diabete sarà più pratico e più facile per il paziente, perché riduce notevolmente il rischio che si verifichi un abbassamento della glicemia, cioè l’ipoglicemia, permettendo di rilasciare l’insulina in modo controllato, a seconda delle esigenze del paziente, a differenza delle iniezioni in cui tutta l’insulina viene rilasciata in un’unica soluzione.
Meno effetti collaterali – Il nuovo metodo funziona in modo simile a come funziona l’insulina nelle persone sane: il pancreas produce l’insulina che passa prima attraverso il fegato, dove una buona parte di essa viene assorbita e mantiene stabili i livelli di zucchero nel sangue. Nel nuovo metodo insulinico, il nano vettore rilascia l’insulina nel fegato, dove può essere assunta o entrare nel sangue per circolare nell’organismo.
L’insulina orale è già stata testata su nematodi, topi e ratti. Infine, il farmaco è stato testato su venti babbuini della National Baboon Colony in Australia. “Per rendere l’insulina orale appetibile, l’abbiamo incorporata nel cioccolato senza zucchero, un approccio che è stato ben accolto“, spiega Hunt. Quando hanno ricevuto il farmaco, la loro glicemia si è abbassata. I babbuini erano sani, ma l’insulina orale è stata testata anche su topi e ratti effettivamente affetti da diabete. I topi e i ratti non hanno avuto cali di zuccheri nel sangue (ipoglicemia), non sono ingrassati e non hanno accumulato grasso nel fegato, superando le attuali sfide poste dalle insuline iniettabili e dalle altre insuline orali.
“La sperimentazione sull’uomo inizierà nel 2025 sotto la guida della società di spin out Endo Axiom Pty Ltd. Gli studi clinici si svolgono in tre fasi; nella fase I indagheremo sulla sicurezza dell’insulina orale e analizzeremo criticamente l’incidenza dell’ipoglicemia in pazienti sani e diabetici di tipo 1. Il nostro team è molto entusiasta di vedere se riusciamo a riprodurre i risultati dell’assenza di ipoglicemia nei babbuini, perché sarebbe un enorme passo avanti. Gli esperimenti seguono rigorosi requisiti di qualità e devono essere condotti in collaborazione con i medici per garantire che siano sicuri per le cavie – afferma Hunt – Dopo questa fase I sapremo che è sicuro per gli esseri umani e studieremo come può sostituire le iniezioni per i pazienti diabetici negli studi di fase 2“. I ricercatori sperano che il nuovo farmaco possa essere utilizzato da tutti entro 2-3 anni.
Foto di N. Hunt, capsule contenenti nano-vettori con insulina