Per la prima volta sono state isolate cellule staminali nel nervo ottico, ovvero il treno di fibre nervose che porta le immagini catturate dall’occhio al cervello. La scoperta delle staminali neurali del nervo ottico, dopo ben 53 sperimentazioni, si deve a un team dell’università del Maryland coordinato da Steven Bernstein e potrebbe portare a nuove cure per malattie del nervo ottico, ad oggi incurabili e causa di perdita permanente di visione, come il comune glaucoma.
Nel loro studio, pubblicato su Proceedings of National Academy of Sciences, i ricercatori parlano di “cellule progenitrici neurali” presenti nel tessuto nervoso ottico fin dalla nascita.
Si tratta di cellule che restano in questa collocazione per decenni e che hanno un ruolo soprattutto nel sostenere le fibre nervose che avvolgono il nervo ottico, come spiega Steven Bernstein, professore del dipartimento di oftalmologia e scienze visive che ha condotto lo studio.
Si tratta di cellule molto importanti in quanto, se in quantità troppo basse, le fibre del nervo ottico facilmente perderebbero consistenza e inizierebbero a deteriorarsi troppo facilmente. Come lasciano intendere i ricercatori, proprio questa condizione sarebbe una delle cause principali del glaucoma.
Il danno ai nervi è infatti collegato alla pressione oculare troppo alta causata a sua volta dall’accumulo di liquido che non viene scaricato in maniera corretta.
È la prima volta che le cellule progenitrici neurali vengono individuate nel nervo ottico, come spiega ancora Bernstein. La presenza di queste speciali cellule apre ad eventuali nuovi trattamenti per la riparazione dello stesso nervo ottico, qualcosa che lo stesso scienziato ritiene “molto eccitante”.
Ora lo scienziato vuole eseguire degli esperimenti sui topi geneticamente modificati per capire come e quanto la diminuzione delle stesse cellule progenitrici nel nervo ottico causi il glaucoma e come si può prevenire tale fenomeno.