La leva delle emozioni per riciclare di più e meglio

4 Aprile 2025
simbolo del riciclo università di trento

Uno studio dell’Università di Trento ha dimostrato che, in presenza del simbolo del riciclo su bicchieri e tovaglioli, il 96% delle persone ricicla correttamente i rifiuti. Il potere delle emozioni e del ‘nudge’, la persuasione gentile, hanno effetti nel promuovere comportamenti virtuosi.

 

Un piccolo dettaglio visivo, come il marchio che indica il riciclo, può fare la differenza tra un rifiuto smaltito correttamente e uno gettato nel primo cestino disponibile.

Basta così poco per compiere scelte più sostenibili? Un nuovo studio scientifico dimostra che le immagini che vediamo, dai paesaggi naturali ai simboli del riciclo, possono influenzare in modo significativo il nostro comportamento, rendendoci più attenti alla raccolta differenziata.

Lo studio “Green visuals, greener actions: Increasing recycling behavior through nature imagery and the recycling logo” è stato redatto da Constantinos Hadjichristidis e Nicolao Bonini, del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento e da Ksenia Dorofeeva del Dipartimento di Scienze umane dell’Università di Verona. È stato pubblicato in open access sul Journal of Environmental Psychology.

Il gruppo di ricerca ha condotto tre esperimenti distinti. Nei primi due sono state mostrate ai partecipanti immagini che rappresentavano paesaggi naturali incontaminati oppure semplici forme geometriche. Successivamente, è stato offerto loro un piccolo omaggio: un biscotto e un succo di frutta.

«L’obiettivo era quello di osservare il loro comportamento nella fase di smaltimento dei rifiuti», spiega il professor Bonini. «Volevamo capire quanti avrebbero scelto la via più facile, ma scorretta, gettando tutto nel cestino più vicino. E quanti, invece, si sarebbero impegnati a differenziare correttamente i rifiuti, gettando il bicchiere nel contenitore per la plastica e il tovagliolo in quello per la carta, anche se questo comportava percorrere una certa distanza».

Nel terzo esperimento, invece, il bicchiere e il tovagliolo erano contrassegnati dal simbolo del riciclo, il logo di Möbius. Ai partecipanti venivano presentate, come nei casi precedenti, alcune immagini, per poi osservare il loro comportamento una volta terminato lo snack e la bevanda. Il 96% dei partecipanti ai quali era stato dato il bicchiere con il simbolo del riciclo ha smaltito correttamente i rifiuti, a fronte del 50% delle persone che hanno partecipato agli esperimenti precedenti.

«I dati dimostrano quanto i simboli abbiano un impatto significativo, persino più forte rispetto alle immagini dei paesaggi naturali mostrate ai partecipanti. Un’applicazione pratica potrebbe riguardare il settore del catering o delle mense pubbliche, contesti in cui le persone tendono a scegliere la soluzione più comoda, ovvero gettare tutto nel primo cestino disponibile, anziché impegnarsi a smaltire correttamente i rifiuti» spiega Bonini.

La scelta del simbolo, però, non è casuale: «Deve essere chiaro, immediatamente riconoscibile e capace di evocare concetti legati alla natura e alla sostenibilità. Idealmente, dovrebbe anche avere una componente emotiva, in modo da generare un impatto più profondo sulle persone e influenzare il loro comportamento in modo spontaneo».

La ricerca evidenzia il potenziale del nudging, una disciplina delle scienze del comportamento che utilizza tecniche mirate per incoraggiare le persone a fare scelte più sostenibili, senza imporre obblighi e lasciando intatta la loro libertà decisionale. Questo approccio è ampiamente applicato in tutto il mondo, dando vita a soluzioni creative come cestini della spazzatura progettati come canestri da basket per invogliare le persone a usarli o posaceneri interattivi che pongono domande ai passanti, spingendoli a gettare i mozziconi al loro interno invece che a terra.

«Invece di affidarsi a misure punitive, come le multe, o a iniziative dispendiose, come programmi scolastici e campagne di sensibilizzazione, si potrebbe agire direttamente sul packaging e sulla grafica dei contenitori. Questo approccio permetterebbe di influenzare il comportamento delle persone in modo naturale ed efficace, con un impatto positivo e costi minimi».

 

fonte: Università di Trento

 

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