Utilizzando l’analisi μFTIR una ricerca su 13 pazienti sottoposti a intervento chirurgico, pubblicata sulla rivista Science of the Total Environment, ha dimostrato la presenza di microplastiche in tutte le regioni dei polmoni umani.
Studi di laboratorio hanno evidenziato che le microplastiche causano danni alle cellule umane, dove penetrano ad esempio attraverso il cibo che ingeriamo, ma anche dall’aria che respiriamo. Lo dimostra questa ricerca, che evidenzia come le fibre di polipropilene e polietilene tereftalato dell’ambiente possono essere inalate, depositarsi e accumularsi nel tessuto polmonare.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment, ha analizzato 13 campioni di tessuto polmonare umano sano vicino ai ‘bersagli’ chirurgici tramite la spettroscopia μFTIR (limitazione delle dimensioni di 3 μm) per rilevare e caratterizzare eventuali microplastiche presenti. In totale, sono state identificate 39 microplastiche in 11 dei 13 campioni di tessuto polmonare con una media di 1,42 ± 1,50 MP/g di tessuto (espresso come 0,69 ± 0,84 MP/g dopo la sottrazione del fondoadeguamenti). I livelli di microplastiche all’interno dei campioni di tessuto erano significativamente superiori a quelli identificati all’interno di bianchi combinati procedurali/di laboratorio (n = 9 MP, con una media ± DS di 0,53 ± 1,07, p = 0,001).
Nelle fibre di microplastiche rilevate sono stati identificati 12 tipi di polimero di cui i più abbondanti con polipropilene PP (23%), polietilene tereftalato PET (18%) e resina (15%). Le microplastiche (non aggiustate) sono state identificate in tutte le regioni del polmone classificate come superiori (0,80 ± 0,96 MP/g), medio/lingulari (0,41 ± 0,37 MP/g) e con livelli significativamente più elevati rilevati nella parte inferiore (3,12 ± 1,30 MP /g) rispetto alla regione superiore ( p = 0,026) e media ( p= 0,038) regioni polmonari. Dopo aver sottratto gli spazi vuoti, questi livelli sono diventati rispettivamente 0,23 ± 0,28, 0,33 ± 0,37 e 1,65 ± 0,88 MP/g.
Lo studio dimostra un più alto livello di controllo della contaminazione e riporta valori non aggiustati insieme a diverse tecniche di regolazione della contaminazione. Questi risultati dimostrano la teoria dell’inalazione come via di esposizione alle microplastiche presenti nell’ambiente e questa caratterizzazione di tipi e livelli offre condizioni realistiche per esperimenti di esposizione in laboratorio finalizzati a determinare gli impatti sulla salute.