Da domani le larve del verme della farina potranno essere commercializzate in UE come nuovo alimento. Vediamo in dettaglio il parere dell’EFSA sugli aspetti e rischi associati.
Prima della diffusione in commercio di un ‘novel food’ è necessaria la validazione di organi di controllo, quali l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, cha autorizzato le larve in base ad una serie di verifiche e controlli delle caratteristiche produttive, nutrizionali e tossicologiche.
Un regolamento proposto dalla Commissione europea, approvato dagli Stati membri e pubblicato il 5 gennaio scorso dà il via libera al commercio di larve del verme della farina minore (Alphitobus diaperinus) congelate, in pasta, essiccate e in polvere dal 26 gennaio.
Dall’entrata in vigore del regolamento sui nuovi alimenti, avvenuta nel gennaio 2018 con la nota del Ministero della Salute, sono state molte le richieste pervenute all’EFSA, soprattutto quelle relative al consumo di insetti. Per quanto riguarda quest’ultimo alimento l’insetto considerato e approvato dall’Autorità è la larva intera, essiccata termicamente, della specie Tenebrio molitor (nota come tarma della farina o tenebrione mugnaio, appartenente alla famiglia delle Tenebrionidae), destinato come alimento per la popolazione in generale.
Il pool scientifico dell’EFSA ha rilasciato numerosi pareri, pubblicati il 13 gennaio 2021, valutando i pro e i contro relativi al consumo di tale insetto. Secondo quanto espresso dal reg. UE 2015/2283, tale novel food rientra nella categoria di: “alimenti costituiti, isolati od ottenuti a partire da animali o da parti dei medesimi, ad eccezione degli animali ottenuti mediante pratiche tradizionali di riproduzione utilizzate per la produzione alimentare nell’Unione prima del 15 maggio 1997 qualora tali alimenti ottenuti da detti animali vantino una storia di uso sicuro come alimento nell’Unione”.
Le larve di Tenebrio molitor vengono allevate in condizioni controllate e alimentate con farina di frumento o crusca, sebbene siano onnivore. La procedura in questione avviene nel totale rispetto delle Buone Pratiche di Produzione (GMP), valutando le analisi del rischio e i punti critici di controllo. Successivamente, le larve vengono essiccate o ridotte in polvere per essere utilizzate come ingrediente in categorie di alimenti standard come snack, barrette proteiche per sportivi, biscotti, piatti a base di legumi, e pasta.
In merito alle caratteristiche nutrizionali, il panel di esperti ha osservato come il consumo di T.molitor non sia svantaggioso. Infatti è stato stimato che le larve contengono in media 58,4 g. di proteina grezza per 100 g. di prodotto. Il valore ottenuto è calcolato mediante il fattore convenzionale da azoto a proteina di 6,25.
In base a quanto affermato dagli esperti, l’uso del fattore convenzionale sovrastima il contenuto proteico realmente presente. Ciò è dovuto alla maggior quantità di notevoli residui azotati di natura ‘non proteica’ derivanti dalla chitina, componente principale dell’esoscheletro degli insetti. Di conseguenza, in media, il valore proteico è pari a 44,5 g./100 g. (inferiore del 23% rispetto al valore sovrastimato). Le larve di T.molitor contengono anche grassi, fibre alimentari e sostanze inorganiche.
Il pool di scienziati ne ha, altresì, considerato la digeribilità. Sembra che lo stomaco degli esseri umani sia capace di digerirli parzialmente, mediante la chitinasi. L’enzima menzionato presenta una perdita di efficienza catalitica, dovuta a diete occidentali povere di chitina, con conseguente riduzione dell’espressione dei geni responsabili della sua produzione. Ne consegue una digestione non significativa ed un’escrezione, della fibra, immodificata.
Considerando gli aspetti tossicologici, è stato valutato il contenuto di sostanze chimiche che gli insetti secernono come sistema di difesa. L’attenzione è stata rivolta ai benzochinoni, sostanze tossiche secrete nelle cavità addominale delle forme adulte di T.molitor ma assente nello stadio larvale.
Per quanto riguarda il rischio di allergia, l’EFSA ha segnalato la presenza di diversi allergeni, poiché T.molitor appartiene al phylum degli Artropodi. Tuttavia, la letteratura attualmente disponibile sull’allergia alimentare correlata agli insetti è molto scarsa. I pochi studi disponibili sono relativi all’insorgenza di allergie per le popolazioni asiatiche.
Oltre ad una sensibilizzazione primaria, è stata segnalata anche una forma di reattività crociata, alle proteine di questa specie di insetti, dovuta ad omologie proteiche con altri insetti appartenenti a subphyla diversi come i crostacei e gli acari della polvere. Ulteriori aspetti da considerare riguardano il mangime utilizzato per l’alimentazione della larva, come i cereali, capaci di indurre un’allergia indiretta dovuta al contenuto di glutine.
L’EFSA ha espresso, quindi, parere favorevole, avvalorato dai report degli esperti in ambito scientifico, che ne dimostrano la sicurezza per gli usi proposti. D’altronde il consumo delle larve delle tarme della farina è già diffuso in vari paesi extra-UE, come Messico, Thailandia, Cina, Corea, Nuova Zelanda e Australia. Inoltre dal 1 maggio 2017 sono legalmente introdotte nel mercato svizzero come alimento.
Con le larve del verme della farina minore sono quatto gli insetti e i loro derivati ad aver ricevuto il via libera come nuovo alimento dall’Unione europea dopo le larve del verme della farina, le locuste e i grilli.