Mascherine chirurgiche, ecco quanto inquinano i nostri mari

11 Maggio 2021
microfibre

A causa del non corretto smaltimento, le mascherine rilascerebbero fino a 173mila microfibre al giorno. Lo rivela uno studio dell’Università di Milano-Bicocca sottolineando i rischi ambientali.

 

È il dispositivo di protezione più utilizzato da quando è in atto la pandemia da Covid-19: leggera e comoda da indossare. Ma una singola mascherina chirurgica gettata irresponsabilmente – dai marciapiedi alle spiagge – rilascia migliaia di microfibre che minacciano l’ambiente marino.

 

Questo il risultato della ricerca condotta da un team di chimici del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra dell’Università di Milano-Bicocca dal titolo “The release process of microfibers: from surgical face masks into the marine environment” con autori Francesco Saliu, Maurizio Veronelli, Clarissa Raguso, Davide Barana, Paolo Galli, Marina Lasagni, recentemente pubblicata sulla rivista Environmental Advances.

Lo studio ha approfondito il meccanismo di degradazione foto-ossidativa delle fibre di polipropilene presenti nei tre strati delle mascherine chirurgiche e ha fornito un primo dato quantitativo relativo alla cessione di microplastiche. Per le mascherine, infatti, così come succede per molti altri oggetti di uso quotidiano, il dato relativo alla stabilità oltre il limite di utilizzo non era disponibile in letteratura.

Il lavoro sperimentale è stato condotto sottoponendo mascherine usa e getta disponibili commercialmente ad esperimenti di invecchiamento artificiale, designati per simulare ciò che avviene nell’ambiente, quando una mascherina abbandonata inizia a degradarsi a causa dell’esposizione agli agenti atmosferici e, in particolare, alla radiazione solare. Un processo che può durare diverse settimane prima che il materiale giunga al mare, dove è poi sottoposto a stress meccanici prolungati indotti dal moto ondoso. È qui che avviene il maggior rilascio di microfibre.

Le misure condotte con tecniche di microscopia elettronica e microspettroscopia infrarossa hanno evidenziato come una singola mascherina chirurgica esposta alla luce UV-A per 180 ore sia in grado di rilasciare centinaia di migliaia di particelle del diametro di poche decine di micron.     

Gli effetti di queste microfibre sugli organismi marini sono ancora da determinare. A questo proposito è in corso una collaborazione con i ricercatori del MaRHE center, il centro di ricerca e alta formazione dell’Ateneo alle Maldive. Come già acclarato per altre tipologie di microplastiche, quali ad esempio quelle prodotte dalla degradazione dei materiali utilizzati per il confezionamento di alimenti o generate durante il lavaggio di tessuti sintetici in lavatrice, sono possibili sia danni da ostruzione in seguito ad ingestione, sia effetti tossicologici dovuti alla veicolazione di contaminanti chimici e biologici. Preoccupa inoltre la presenza di frazioni sub-micrometriche, potenzialmente capaci di attraversare le barriere biologiche.

Speriamo che questo nostro lavoro possa sensibilizzare verso un corretto conferimento delle mascherine a fine utilizzo e promuovere l’implementazione di tecnologie più sostenibili“, hanno commentato Francesco Saliu e Marina Lasagni, rispettivamente ricercatore e docente del dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della terra di Milano-Bicocca.

Scheda azienda

© Riproduzione riservata

ARTICOLI CORRELATI

Bythos università di palermo

Bythos, il progetto dell'Università di Palermo che valorizza la biomassa da scarti ittici

Premiato per la riduzione degli sprechi delle risorse naturali, il progetto dell'UniPa sfrutta i sottoprodotti dell'industria di trasformazione del pesce...

qualità dell'aria in italia Snpa 2024

L'informativa annuale di SNPA sulla qualità dell'aria in Italia nel 2024

Trend di riduzione per particolato PM2,5 e biossido di azoto, sempre critici l’ozono in estate e il PM10 giornaliero. Nuovi...

simbolo del riciclo università di trento

La leva delle emozioni per riciclare di più e meglio

Uno studio dell’Università di Trento ha dimostrato che, in presenza del simbolo del riciclo su bicchieri e tovaglioli, il 96%...

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano in data 07.02.2017 al n. 60 Editrice Industriale è associata a:
Anes
Assolombarda

LabWorld

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano in data 07.02.2017 al n. 59

Se vuoi diventare nostro inserzionista, dai un’occhiata ai nostri servizi.
Scarica il mediakit per maggiori dettagli in merito.

La nostra certificazione CSST WebAuditing

Editrice Industriale è associata a:Anes  Assolombarda