Il mercurio può essere accumulato da pesci e molluschi, rappresentando una grave minaccia per la salute dell’uomo
Forse non tutti ne sono a conoscenza, ma i prodotti ittici possono accumulare mercurio, spesso sotto forma di un composto altamente tossico: il metilmercurio. In tutto il mondo sono numerosi i casi di pesci e molluschi che hanno dimostrato di contenere quantità variabili di metalli pesanti, in particolare proprio mercurio e sostanze inquinanti liposolubili da inquinamento delle acque.
Per ricordare il rischio rappresentato da questo tipo di problema, l’OMS ha avviato nel 2009 Convenzione per l’eliminazione globale del mercurio, ratificata a partire dal 2013. Attualmente sono 128 i paesi che vi hanno posto la propria firma, ma solo 83 sono quelli che l’hanno ratificata con apposite norme, come hanno fatto l’Italia e l’Unione Europea.
Nonostante siano stati fatti i primi sforzi, lo stato di salute dei mari e degli oceani non è buono, poiché il mercurio è un metallo che viene ancora adoperato ovunque, non solo in oggetti già vietati in alcuni paesi, come le lampadine a fluorescenza e le pile, ma anche i prodotti cosmetici come mascara, amalgami dentali, lampadine a LED e molte altre cose di utilizzo quotidiano!
Non bisogna poi dimenticare che questo metallo viene utilizzato anche in alcuni tipi di lavorazioni industriali e chimiche, dunque la quantità che ne circola nel mondo è enorme e non c’è da stupirsi se in parte finisca nella catena alimentare.
Per cercare di arginare il problema si è svolta da poco a Ginevra la prima Conferenza delle Parti della Convenzione di Minamata, entrata in vigore il 16 agosto 2017 e sottoscritta da 92 paesi, Italia compresa. La convenzione prende il nome dalla città di Minamata, i cui abitanti sono stati colpiti in passato da gravissimi episodi di intossicazioni acute da mercurio.
Durante la manifestazione è stata ribadita la pericolosità rappresentata da questo metallo e che l’utilizzo deve esserne proibito a livello mondiale. I partecipanti hanno anche elencato una serie di priorità per la messa in atto del programma, tra cui il divieto di aprire nuove miniere di mercurio, mentre a quelle già esistenti sono concessi non più di 15 anni ulteriore attività a partire dall’entrata in vigore della Convenzione; la messa al bando dei prodotti che contengono il suddetto metallo, per i quali però esistono alternative, a partire dal 2020; il cambiamento, a partire dal 2018, di alcuni processi industriali che prevedono l’utilizzo del mercurio; etc.
Tramite questi e molti altri accorgimenti si spera di poter limitare la diffusione del mercurio in natura, che ha già intaccato la catena alimentare e la salute dell’uomo.