Creare un polo scientifico di eccellenza internazionale sulle tecnologie per la fusione e per la produzione di radiofarmaci destinati alla diagnosi e alla terapia dei tumori
È uno dei punti cardine del protocollo d’intesa tra Regione Emilia-Romagna, Regione Toscana ed ENEA firmato oggi nel sito del Brasimone, sull’Appennino tosco-emiliano, a 60 chilometri da Firenze e Bologna, con l’obiettivo di rilanciare e valorizzare il know-how e le grandi apparecchiature sperimentali presenti in questo centro altamente specializzato nell’innovazione e nella ricerca in campo nucleare, sviluppando una tecnologia sicura, pulita e sostenibile.
L’annuncio del Canada, il maggior produttore mondiale di radiofarmaci, di voler chiudere per motivi di obsolescenza i reattori impegnati nella produzione per la medicina nucleare, apre spazi importanti per altri produttori. L’alto costo di realizzazione di nuovi reattori nucleari sta infatti alimentando un interesse crescente verso processi alternativi. L’Italia, con il Centro ENEA del Brasimone e con l’impianto che verrà realizzato nel Centro ENEA della Casaccia, a Roma, potrebbe conquistare un ruolo di rilievo in questo campo.
A Brasimone in una prima fase verranno realizzate le infrastrutture dove sperimentare la possibilità di produrre radionuclidi mediante neutroni da fusione: i primi studi e le prime sperimentazioni sono già in via di realizzazione anche grazie ai finanziamenti in ambito EUROfusion. Successivamente si partirà con il primo prototipo di macchina (SORGENTINA RF) con l’obiettivo di arrivare a coprire fino ad un terzo del fabbisogno mondiale di radionuclidi come il Tecnezio 99, con il quale vengono effettuate ogni anno circa 30 milioni di SPECT (Single Photon Emission Computed Tomography, Tomografia ad emissione di fotone singolo), per un valore stimato di otto miliardi di dollari. Oltre alle tecnologie per i radiofarmaci, verranno sviluppati specifici progetti collegati al reattore a fusione DEMO e al DTT – Divertor Tokamak Test, il grande polo scientifico tecnologico che dovrà dare risposte a diverse problematiche del processo di fusione per la futura produzione di energia pulita e sostenibile.
“Quest’intesa ha una valenza strategica – sottolinea il presidente dell’ENEA Federico Testa – perché consente di avviare la realizzazione di un centro di eccellenza in settori molti innovativi, facendo leva sulle competenze, la professionalità e le conoscenze acquisite in decenni di ricerca all’interno dell’ENEA. È un risultato di rilievo per poter cogliere le opportunità e le prospettive di sviluppo molto interessanti che si aprono a livello internazionale nel settore dei radiofarmaci rispetto alle quali vorremmo coinvolgere anche operatori privati”.
“Questo accordo è frutto di un tavolo di lavoro istituzionale – dichiara il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini – fortemente voluto dalle Regioni Emilia-Romagna e Toscana. Puntavamo a raggiungere tutti gli obiettivi possibili per valorizzare e rilanciare il Centro del Brasimone, soprattutto per incrementare sviluppo e occupazione. Dunque, una firma, quella di oggi, che, grazie anche alla disponibilità di ENEA, rappresenta un passaggio fondamentale nella direzione della valorizzazione del territorio, partendo dalla centralità dell’infrastruttura per assicurare nuove opportunità di crescita e prospettive certe a quest’area della nostra montagna. Il rafforzamento e la valorizzazione del Brasimone, porterà qui talenti, progetti e investimenti in ricerca e in produzioni tecnologicamente avanzate, ad accordi di collaborazione con università e centri di ricerca locali e internazionali. Abbiamo sempre creduto che il Centro del Brasimone rappresentasse una grande opportunità e non ci siamo mai arresi all’idea di dovervi rinunciare, affiancando gli amministratori e le comunità locali. Stiamo investendo nella nostra montagna e anche qui, in queste zone, attorno al Centro del Brasimone potrà rafforzarsi un tessuto economico e produttivo che potrà contare sulla riduzione fino al 50% dell’Irap per le imprese e gli esercizi commerciali di tutte le aree montane dell’Emilia-Romagna e sull’azzeramento della stessa tassa regionale per tre anni per le nuove aziende e le start up che decideranno di insediarsi in Appennino, misure per le quali abbiamo stanziato 36 milioni di euro nel bilancio 2019. Tutto a beneficio dello sviluppo e della buona occupazione”.
“Innanzitutto – afferma l’assessore alle attività produttive della Regione Toscana Stefano Ciuoffo – c’è da dare atto ad ENEA per la fattiva disponibilità con la quale ha ascoltato le richieste delle nostre due regioni arrivando a trovare soluzioni all’altezza per rilanciare un Centro come quello di Brasimone che ha potenzialità ancora inespresse. Gli investimenti prospettati e la capacità di creare sinergie con università e organismi di ricerca delle due regioni renderà ancora più centrale il lavoro qui svolto diventando centro di attrazione di competenze e ‘cervelli’ con ricadute positive per tutto il territorio. È un risultato ottenuto con gioco di squadra e siamo anche soddisfatti per i campi di ricerca individuato per il Brasimone che aprono prospettive davvero di forte sviluppo”.
Il Protocollo prevede inoltre una rafforzata collaborazione fra ENEA, Toscana ed Emilia-Romagna per l’accesso a fondi pubblici nazionali, europei e internazionali, incluse opportunità provenienti da fonti private e per promuovere accordi e collaborazioni scientifiche con università, centri di ricerca e imprese ad alta tecnologia. Il piano di potenziamento congiunto, una volta attuato, prevede investimenti che potrebbero arrivare fino a 100 milioni di euro e la creazione di nuovi posti di lavoro sia all’interno della struttura ENEA che nell’indotto dell’area.
Informazioni aggiuntive sulla fusione nucleare e sul Centro ENEA del Brasimone
Il Centro Ricerche del Brasimone ha circa 90 dipendenti ed è uno dei maggiori siti a livello nazionale e internazionale per lo studio e lo sviluppo delle tecnologie e dei materiali per la sicurezza nel processo di fissione e per la fusione nucleare, per produrre energia pulita, inesauribile, sicura con lo stesso meccanismo che ‘accende’ il sole e le stelle.
La fusione – processo opposto al nucleare tradizionale da fissione – è oggi universalmente considerata una delle opzioni più attrattive per un portafoglio energetico sostenibile. In questo settore l’Italia vanta molte eccellenze a livello mondiale e l’ENEA si è guadagnata una leadership riconosciuta dalla comunità scientifica nazionale, che annovera le principali istituzioni di ricerca e molte tra le più prestigiose università.
L’Italia contribuisce ai grandi programmi di ricerca internazionali DEMO, Broader Approach ed ITER ed è partner delle agenzie europee EUROfusion e Fusion for Energy (F4E).
L’ENEA è il coordinatore del programma nazionale di ricerca sulla fusione e del consorzio ICAS che ha un ruolo attivo nella produzione di componenti nell’ambito del Broader Approach e di ITER. Il Dipartimento Fusione e Tecnologie della Sicurezza Nucleare dell’ENEA è un punto di riferimento riconosciuto a livello nazionale e internazionale con i Centri di Ricerca di Frascati e del Brasimone, tra i primi a realizzare impianti per lo studio dei plasmi a confinamento magnetico, macchine per la fusione come il Frascati Tokamak (FT) e il Frascati Tokamak Upgrade (FTU).
Contributi sostanziali vengono forniti nei campi della superconduttività, dei componenti interfacciati al plasma, della neutronica, della sicurezza, del remote handling e della fisica del plasma. E negli ultimi 20 anni, nelle attività sulla fusione sono nati oltre 50 brevetti con ricadute significative per lo sviluppo e la competitività delle industrie nazionali.
A livello industriale sono coinvolte, a vario titolo, oltre 500 imprese fra cui Angelantoni Test Technologies, Ansaldo Nucleare, ASG superconductors (Gruppo Malacalza), CECOM, Delata TI, Mangiarotti, OCEM Energy Technology, SIMIC, Vitrociset, Walter Tosto, Zanon, oltre al consorzio ICAS (Italian Consortium for Applied Superconductivity) tra ENEA, Criotec e Tratos, che si sono aggiudicate gare per oltre un miliardo di euro, più del 50%del valore delle commesse europee per la produzione della componentistica ad alta tecnologia.
Fonte: ENEA