La ricerca compie un passo in avanti verso la cosiddetta “vita sintetica”. Lʼagente patogeno aveva un codice genetico ridotto, in cui nessuna delle istruzioni originarie è andata perduta
Un batterio sintetico riesce a vivere normalmente nonostante abbia un Dna compresso, come si fa quando un file troppo pesante viene ‘zippato’. Così ridotto, il libretto della vita del batterio adesso ha delle pagine libere, sulle quali biologi e genetisti possono scrivere qualcosa di nuovo, come istruzioni che permettano ai batteri di digerire sostanze inquinanti, oppure di produrre farmaci o bioplastiche amiche dell’ambiente. Pubblicato sulla rivista Nature, il risultato è stato ottenuto dalla ricerca coordinata dal Laboratorio del Medical Research Council (Mrc) a Cambridge, lo stesso dove all’inizio degli anni ’50 è stata scoperta la struttura a doppia elica del Dna.
E’ un nuovo traguardo lungo la strada della vita sintetica, che nel 2007 aveva portato al primo essere viventi semi-sintetico, chiamato Syn 1.0. Da allora la capacità di progettare il Dna al computer è progredita un passo dopo l’altro. Nel 2012 lo stesso laboratorio che oggi è riuscito a ‘zippare’ il codice genetico aveva ottenuto il primo Dna completamente sintetico, chiamato Xna.
Il Dna ‘zippato’ è la nuova tappa. Il gruppo di ricerca guidato da Jason W. Chin ha ricodificato l’intero genoma di un batterio molto comune, chiamato Escherichia coli. Il nuovo ‘libretto di istruzioni’ del batterio sintetico ha un numero inferiore di parole, ognuna formata da una diversa combinazione di tre delle quattro lettere che costituiscono l’alfabeto della vita e indicate con le lettere A, C, G e T.
Ogni tripletta di lettere, chiamata ‘codone’, contiene istruzioni vitali, come quelle che danno il via libera all’inserimento di un aminoacido o quelle che bloccano la produzione di una proteina. Allo stato naturale, il codice genetico comprende 64 codoni per controllare la produzione delle proteine, che sono fatte di 20 aminoacidi.
Vale a dire che più codoni controllano gli stessi aminoacidi, con una ridondanza che è fra le principali caratteristiche del codice genetico. E’ stata quest’ultima a essere stata eliminata nel batterio sintetico, il cui libretto di istruzioni ha 61 parole anziché 64 e, di queste, sono 59 quelle che controllano la produzione dei 20 aminoacidi. Il risultato è la prova di principio che il codice genetico può essere compresso senza compromettere la capacità di sopravvivere di un organismo.
Il batterio sintetico riesce infatti a vivere normalmente anche se il suo codice è compresso. A questo punto si è creato lo spazio che mancava nel quale in futuro potranno essere inserite nuove istruzioni genetiche per ottenere organismi capaci di svolgere funzioni finora mai viste in natura.
Fonte: Ansa