Nozze d’argento tra industria chimica in Italia e sostenibilità: sono stati presentati la scorsa settimana a Rimini i dati del 25esimo Rapporto annuale Responsible Care, il programma volontario che l’industria chimica sottoscrive a livello mondiale per migliorare le proprie performance in ottica di sostenibilità ambientale, sociale, economica.
“La sostenibilità è un valore che si costruisce nel tempo. Il Green Deal, di cui oggi tutti parlano, per noi è cominciato molti anni fa: lo abbiamo perseguito con sensibilità alle tematiche ambientali ma compatibilmente con un percorso di sviluppo, vitale per le imprese”.
“Questo Rapporto dimostra che il nostro cammino prosegue, dopo 25 anni, con il miglioramento continuo di tutti gli indicatori “- ha commentato Paolo Lamberti, Presidente di Federchimica, la Federazione nazionale dell’industria chimica che in Italia promuove Responsible Care.“I valori percentuali presentati incidono su risultati già eccellenti nella tutela di salute, sicurezza e ambiente, che ci posizionano ai più alti livelli rispetto alla media manifatturiera”.
L’industria chimica si conferma infatti comparto virtuoso nella sicurezza e nella salute dei dipendenti, con un bassissimo numero di infortuni e malattie professionali rispetto alle ore lavorate; è già in linea con gli obiettivi dell’Unione europea sui cambiamenti climatici al 2020 e al 2030. Rispetto a 30 anni fa ha ridotto i gas serra del 59% e migliorato l’efficienza energetica di oltre il 55%; inoltre le emissioni in atmosfera ed effluenti negli scarichi idrici si sono drasticamente ridotti del 95% e del 77%.
Il settore è impegnato con determinazione a perseguire il modello dell’economia circolare, prevenendo per quanto possibile la produzione di rifiuti, di cui il riciclo è la prima modalità di smaltimento (24%), mentre alla discarica si ricorre solo nel 4,5% dei casi.
“Sono risultati eccezionali, ancor più significativi considerato che sono stati raggiunti in un contesto istituzionale molto difficile. Le inefficienze e gli oneri del Sistema Paese pesano su tutte le imprese, ma sono un fardello particolarmente gravoso per le imprese chimiche”.
“Il nostro settore – ha proseguito Lamberti – è un modello di riferimento non solo per i risultati ottenuti, ma anche perché la chimica, come bene principalmente intermedio, trasferisce un’impronta sostenibile e tecnologica a tutti i settori industriali. Grazie ai prodotti chimici, solo per fare un esempio, è possibile evitare emissioni di gas serra per una quantità pari a tre volte quelle generate per la loro produzione. In concreto, in Italia, grazie ai prodotti chimici si possono evitare emissioni pari a quelle di circa 20 milioni di auto”.
“In questi giorni – ha concluso Lamberti – si discutono le proposte contenute nel DEF, che sono all’esame del Parlamento. Nelle intenzioni, la Manovra vuole essere improntata anche alla tutela ambientale, con alcuni provvedimenti considerati sostenibili; ma la sostenibilità non si può improvvisare e non si persegue attraverso tasse inique e inefficaci, che finiranno solamente per regalare il mercato ai concorrenti europei ed extra-europei. Serve una politica industriale di visione, strutturata sul medio periodo, basata sulla ricerca, sullo sviluppo e sull’innovazione, che tuteli la competitività delle imprese, che è poi quella di tutto il nostro Paese”.
Fonte: Federchimica.it