Diag-Nose è il nome del naso elettronico in grado di rilevare, con maggior accuratezza rispetto alle procedure tradizionali, l’eventuale presenza del tumore prostatico solo annusando un campione di urine.
Lo strumento che identifica la presenza del tumore alla prostata a partire da un campione di urina, attraverso il riconoscimento di specifiche molecole volatili in essa contenute ha visto impegnati i ricercatori di Humanitas e Politecnico di Milano.
L’idea del Diag-Nose si basa sull’idea di uno strumento che mira a riprodurre l’olfatto dei cani, che in passato hanno dimostrato di poter identificare il tumore alla prostata annusando le urine dei pazienti, grazie alla capacità di intercettare sostanze organiche volatili. I risultati dello studio portato avanti da Humanitas e Politecnico di Milano sono stati pubblicati sulla rivista International Journal of Urology.
Questo naso elettronico ha passato una fase di training, per permettere ai ricercatori di affinare i parametri e di insegnare al nuovo dispositivo a riconoscere se i campioni di urina appartenessero a persone sane o con tumore. Successivamente gli scienziati hanno condotto uno studio coinvolgendo 174 pazienti, di cui 88 erano con tumore alla prostata, confermato dall’esame istologico, e 86 erano donne o uomini di diversa età senza patologie.
Un campione di urina di ogni partecipante è stato analizzato presso i laboratori della prof.ssa Laura Capelli al Dipartimento di Chimica Materiali e Ingegneria Chimica del Politecnico di Milano. Il nuovo dispositivo è stato in grado di scovare correttamente le persone affette da tumore nell’85.2% dei casi, e di identificare correttamente i pazienti senza malattia nel 79,1% dei casi, con un’accuratezza dell’82,1%.
“La biopsia alla prostata è oggi il gold standard per la diagnosi del cancro di questa ghiandola. Nonostante la maggior precisione che oggi l’esame ha raggiunto grazie all’utilizzo delle immagini di risonanza magnetica nel guidare il prelievo di tessuto, il tasso di rilevamento del tumore raggiunge al massimo il 48,5%. Una percentuale significativamente inferiore rispetto a quella del naso elettronico che, oltre ad un’accuratezza diagnostica maggiore, limiterebbe il disagio e le complicanze per il paziente“, ha spiegato il promotore dello studio, Gianluigi Taverna, responsabile Urologia di Humanitas Mater Domini e medico-ricercatore dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas, autore del paper.
“Oltre ad avere vinto il primo premio Disruptive Innovation nella competizione S2P promossa da Politecnico, PoliHub e Deloitte nel 2019, oggi il progetto ha ricevuto un importante finanziamento POC da un fondo di Venture Capital per la validazione della macchina”, ha commentato la professoressa Capelli. Il progetto passerà ora a una fase di ulteriori studi su scala più ampia, necessari confermare i risultati già ottenuti e approfondire il potenziale del prototipo, in vista della validazione del metodo per l’uso nella pratica clinica.