È stata da poco scoperta la proteina p140Cap, che dagli studi risulta essere in grado di limitare la crescita del tumore mammario, oltre che di ridurne la capacità di originare metastasi
I risultati della ricerca, condotta dal Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze della Salute dell’Università di Torino (in collaborazione con la Città della Salute di Torino), sono stati pubblicati sulla rivista Nature. Lo studio si è focalizzato sul meccanismo con cui la proteina ostacola la progressione del tumore mammario.
Il tumore mammario è un rischio concreto per moltissime donne: ne colpisce una su sette e interessa circa mezzo milione di pazienti solo in Italia. Uno dei sottotipi di questo tipo di tumore, che si manifesta nel 20% dei casi, è caratterizzato da una eccessiva quantità della proteina ERBB2, causata dall’aumento del numero di copie del gene che la codifica sul cromosoma 17.
ERBB2 causa la proliferazione cellulare in modo anomalo, fattore che porta alla formazione di un tumore. Gli effetti negativi di questa proteina però non si fermano qui, infatti aiuta a sopravvivere le cellule tumorali e ne favorisce la capacità di uscire dal tumore primario, generando così delle metastasi in altri organi.
La ricerca si è concentrata sull’individuazione del meccanismo di protezione dagli effetti dannosi dell’oncogene ERBB2. L’effetto protettivo in questione garantisce alle pazienti una maggiore sopravvivenza ed è dovuto alla presenza della proteina p140Cap. Secondo i risultati la proteina è presente in circa il 50% delle pazienti affette da un tumore ERBB2, fatto che aiuta anche a individuare un nuovo marcatore predittivo per questa specifica patologia.
Lo studio è riuscito anche a dimostrare alcuni dei meccanismi attraverso cui p140Cap limita la crescita del tumore ERBB2 e ne contiene la capacità di generare metastasi. Questi dati sono molto importanti, poiché sono la base per la creazione di nuove terapie per pazienti che non possiedono la proteina p140Cap e sono soggette a tumori di tipo più aggressivi.