Rischi da silice libera cristallina: la tecnica di verifica non è tutto

18 Ottobre 2021
Rischi da silice libera cristallina: la tecnica di verifica non è tutto

Valori limite di esposizione alla silice cristallina sempre più restrittivi impongono la necessità di affiancare a tecniche e metodi di determinazione una specifica esperienza analitica.

 

La Silice Libera Cristallina è un composto respirabile con potenziali effetti cancerogeni, che si trova tipicamente nelle rocce e nei materiali da costruzione. Il rischio per la salute umana ne ha fatto oggetto di studio per chi si occupa di igiene del lavoro per le categorie professionalmente esposte. In particolare gli addetti alla lavorazione di questi materiali, dell’edilizia e delle opere pubbliche.

 

Il valore soglia di esposizione alla Silice Cristallina è definito da due riferimenti ufficiali. La Direttiva (UE) 2017/2398 del 12/12/2017, che ha modificato la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro. E le linee guida ACGIH (Association Advancing Occupational and Environmental Health). Di recente uno studio della francese Anses ha sottolineato la necessità di rivedere il OELV attuale (valore limite di esposizione occupazionale) con valori più cautelativi. Nel DL 44/2020 il valore limite di esposizione professionale per la polvere di Silice Cristallina respirabile viene indicato 0,1 mg/mc. Di fronte a valori limite di esposizione che via via diventano sempre più restrittivi e cautelativi, è imperativo mantenere il passo in termini di capacità analitica e metodi applicati.

Mérieux NutriSciences effettua la determinazione della presenza di quarzo, cristobalite e tridimite nelle polveri aerodisperse e nelle emissioni in atmosfera attraverso la tecnica della diffrattometria ai raggi X (XRD). I metodi applicati per l’analisi sono ISO 16258-1 e UNI 11768. Durante l’attività di laboratorio, talvolta è possibile riscontrare risultati anomali nell’analisi visiva dei riflessi diffrattometrici o nei rapporti tra le intensità tra quelli secondari e principali. Minerali come Grafite, Mullite, Caolinite, Muscovite e Talco possono, infatti, essere presenti nel processo industriale e possono dar luogo ad interferenze diffrattometriche analitici di Quarzo, Tridimite e Cristobalite, che sono i costituenti della Silice Libera Cristallina. Per l’identificazione delle fasi interferenti è importante che in laboratorio arrivino tutte le informazioni disponibili relative al sito da cui è stato prelevato il campione. Ad esempio il tipo di processo industriale e la composizione dei materiali lavorati. A fare la differenza per la corretta interpretazione dei risultati è quindi l’esperienza e la formazione degli analisti nel campo della mineralogia, una garanzia che non manca a Mérieux NutriSciences.

 

 

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