Solvay ha avviato un programma su due livelli per tagliare le emissioni di gas serra della sua produzione, rivoluzionando l’industria con un innovativo metodo brevettato.
Sebbene sia utilizzato in molte soluzioni sostenibili, come le batterie agli ioni di litio, i processi produttivi tradizionali del carbonato di sodio rimangono ad alta intensità di carbonio. Solvay ha in programma di raggiungere la neutralità dal carbonio entro il 2050, anche attraverso l’innovazione di processo, guidando la transizione conveniente e competitiva verso un carbonato di sodio sostenibile.
In quest’ottica il leader mondiale nel settore ha avviato un ambizioso programma a due livelli. La prima fase è la transizione energetica. Solvay ha fissato l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra (GHG) del 30% entro il 2030. Per raggiungere questo obiettivo, l’azienda sta sostituendo il carbone con risorse energetiche più pulite in tutti i suoi siti di produzione di carbonato di sodio.
Un modo per agire in questo senso è la biomassa. Nel sito di Rheinberg, ad esempio, le caldaie a carbone sono state sostituite con alternative che utilizzano il cippato di legno di scarto per produrre vapore ed elettricità. Ciò non solo ridurrà le emissioni di CO2 del sito del 65%, ma stabilirà anche un nuovo riferimento di sostenibilità: i livelli di gas serra a Rheinberg saranno addirittura inferiori a quelli degli impianti che producono soda derivata dal trona.
Nel frattempo, a Devyna, una serie di fonti rinnovabili, tra cui i pellet di buccia di semi di girasole, saranno utilizzati per alimentare i processi produttivi del nostro più grande sito europeo, riducendo del 20% le emissioni legate alla produzione di energia.
A Dombasle Solvay ha introdotto un analogo approccio di economia circolare, utilizzando solo rifiuti prodotti in Francia e provenienti principalmente dal Grand Est e dalle regioni limitrofe. Trasformare i rifiuti locali non riciclabili in energia verde significa evitare che ogni anno 400.000 tonnellate di rifiuti finiscano in discarica e ridurre le importazioni di carbone di 200.000 tonnellate.
Investimenti significativi sono stati effettuati anche in altre sedi. Già dotata di un impianto di termovalorizzazione dal 2006, la società ha recentemente investito altri 48 milioni di euro per modernizzare la sua unità di cogenerazione a gas a Bernburg e mantenere la bassa impronta di CO2 nel sito. Solvay ha proseguito su questa strada anche in Italia, costruendo una turbina a gas ad alta efficienza energetica presso il sito di Rosignano. Impiegando un sistema di cogenerazione che combina i processi di generazione di calore ed energia, si è stati in grado di mantenere la capacità produttiva standard con una minore quantità di energia richiesta, riducendo le emissioni di CO2 del sito del 40%.
E dall’altra parte dell’Atlantico, a Green River, nel Wyoming, i calcinatori e caldaie stanno passando dal carbone al gas, una risorsa locale facilmente disponibile, con un risparmio di 280 chilotoni di CO2 all’anno. Questo si aggiunge al nuovo progetto che Solvay ha lanciato per implementare una tecnologia innovativa che abbatterà le emissioni di gas serra provenienti dalle attività estrattive di Trona. Questo ridurrà le emissioni di gas serra del sito del 20% mentre la capacità aumenterà. Solvay sarà inoltre la prima azienda a implementare la tecnologia di ossidazione termica rigenerativa per ridurre le emissioni di una miniera di trona.
Naturalmente, per raggiungere la totale neutralità, l’eliminazione del carbone non è sufficiente. Il prossimo passo fondamentale è l’innovazione di processo, che significa cambiare il modo in cui si produce il carbonato di sodio. A questo proposito, Solvay ha recentemente fatto un annuncio rivoluzionario: i suoi ricercatori hanno brevettato un metodo più sostenibile per produrre soda, reinventando il processo originario.
Nel sito di Dombasle si sta sperimentando questo nuovo processo produttivo. Esso introduce tre miglioramenti rivoluzionari rispetto all’attuale processo Solvay: 50% meno emissioni di CO2; 20% meno consumo di energia e di risorse naturali, tra cui acqua, sale e calcare; e la completa eliminazione dei residui di calcare. Una volta convalidato, questo nuovo processo sarà implementato in tutti i siti Solvay, spingendo verso una nuova era che cambierà significativamente il panorama del carbonato di sodio.
In qualità di leader mondiale nel settore del carbonato di sodio, l’azienda intende sostenere un’industria che tenga conto sia del progresso scientifico che del clima. E rispetto a ciò la collaborazione e le partnership sono fondamentali per fornire soluzioni innovative e valore condiviso.
Le ambizioni in materia di combustibile derivato da rifiuti (CDR) a Dombasle si stanno realizzando in collaborazione con Veolia e grazie al sostegno del governo francese, della regione Grand Est, di ADEME e di investitori coinvolti. Rheinberg è sulla buona strada per diventare il primo impianto di soda al mondo alimentato principalmente da energia rinnovabile, grazie al sostegno delle autorità locali e delle aziende locali che forniscono il legno di scarto necessario.