Quest’anno le allergie primaverili si affiancheranno alla diffusione del coronavirus SARS-CoV-2 in Italia, col potenziale rischio di poterne confondere alcuni dei sintomi.
L’allergia è una condizione legata a una risposta eccessiva da parte del sistema immunitario al contatto con una sostanza esterna considerata dannosa (allergene). Nel caso specifico stiamo parlando delle allergie da polline o pollinosi, scatenate dal contatto con i granuli rilasciati dalle piante durante il periodo riproduttivo. Tra quelle principalmente responsabili delle allergie ci sono le graminacee che rilasciano pollini tra aprile e giugno; le cupressacee che lo fanno tra da febbraio e marzo; le betullacee fra gennaio e maggio e la parietaria da marzo fino a ottobre.
Quando i pollini entrano in contatto con le mucose di occhi, naso e gola, nei soggetti predisposti si determina la risposta immunitaria anomala, col rilascio di istamina e la comparsa di sintomi caratteristici: fra essi vi sono problematiche a carico del respiro, che può diventare affannoso; degli occhi che possono diventare rossi, prudere e lacrimare”; del naso che “può chiudersi come se si avesse un raffreddore e dare vita a uno scolo liquido; e della pelle con diverse manifestazioni che possono andare dall’arrossamento alla desquamazione.
Come specificato, questa primavera le allergie stagionali si svilupperanno durante la pandemia di coronavirus. Alcune piccole differenze però, avverte Greg Poland, direttore del Mayo Clinic’s Vaccine Research Group, possono aiutare a capire se è il caso di preoccuparsi, a partire dalla febbre, che molto raramente si presenta nelle reazioni allergiche.
“La questione con le allergie stagionali è che colpiscono il naso e gli occhi – spiega l’esperto alla Cnn -. Tendono ad essere nasali, e la maggior parte dei sintomi è localizzata nella testa, a meno che non si abbia uno sfogo cutaneo. Il coronavirus, come anche l’influenza, sono più sistemici, colpiscono tutto il corpo“. Il coronavirus e l’influenza, aggiunge Poland, colpiscono le basse vie respiratorie.
“Probabilmente non si avrà il naso che cola, ma si potrebbe sentire la gola infiammata, tosse, febbre e respiro corto. Bisogna prestare attenzione alla temperatura, è molto improbabile che le allergie diano febbre. Di solito non causano neanche respiro corto, a meno che non si abbia una condizione preesistente come l’asma“. Sfortunatamente, conclude l’esperto, in fase iniziale i sintomi delle tre malattie possono comunque essere confusi. “Ecco perché bisogna fare attenzione soprattutto a vedere se i sintomi persistono, soprattutto se si è in un gruppo a rischio“.